Meglio bancomat o contanti? Scopriamolo con un disegnino

contanti vs bancomat

A volte ritornano, si dice ogni tanto, ma capita che ritornino anche fin troppo spesso, dico io, così eccomi qui a riparlarne grazie a loro, fans sfegatati dell’abolizione dei contanti come arma di lotta all’evasione.

Dopo aver scritto A MORTE I CONTANTI, VIVA I CONTANTI e COME SCOPRIRE CHI EVADE LE TASSE IN ITALIA GIOCANDO A BATTAGLIA NAVALE in cui ho dato modo di riflettere sui dati che dimostrano che i contanti non sono affatto causa principale di evasione fiscale e di come all’estero la libertà di spesa in contanti sia molto maggiore rispetto che da noi, ritorno alla carica con un altro pezzo che tenta di fare chiarezza su un altro dogma tanto caro al mainstream: sono meglio i contanti oppure il bancomat?

L’occasione per ritornare sul tema dell'uso dei contanti fiocca grazie al meritorio (una tantum) atto del Governo Renzi che ha innalzato la soglia di spesa possibile in contanti dai 1.000 euro precedenti agli attuali 3.000 _ leggi qui la notizia di oltre un anno fa.

Appena annunciato il provvedimento abbiamo potuto assistere alla prevista levata di scudi delle opposte tifoserie.
Da una parte chi aspettava con ansia una decisione simile e dall'altra chi invece vi si oppone a ragion veduta del sentito dire.

I recenti fatti di cronaca finanziaria, tra scandali e scoop, hanno dimostrato quanto, come sin dai tempi della pubblicazione da parte mia dei FALSI MITI SULLA CRISI e dei FALSI MITI SULLA GERMANIA (leggi i falsi miti sulla Germania) andavo rimarcando e cioè come la teoria della morale applicata al denaro non ha alcun fondamento se non per la bigotta credenza popolare.

 

Chi evade, chi ruba e chi non restituisce i prestiti ricevuti sono le mega aziende e le grandi corporations.

Per chi volesse farsene una cultura approfondita sul mito tedesco in fatto di trasparenza, correttezza ed onestà, c'è questo articolo che documenta il crollo del falso mito tedesco che annovera un elenco impressionante di scandali e truffe fiscali e non in salsa alemanna.

Ma tornando a noi, la decisione del dandy di Firenze ha fatto evaporare dalla massa commenti dal solido qualunquismo riprodotto in serie con il marchio di fabbrica del più insensato e moralismo che al solito non trova riscontro nella realtà.

 

SI PUò CONTRASTARE L’EVASIONE CON LA LIMITAZIONE DEL CONTANTE?

La risposta è no ed ecco spiegato perché. Se per lotta all’evasione intendiamo l'abolizione del contante che debellerebbe la micro evasione di artigiani e professionisti prepariamoci ad un miglioramento dello 0,5% tondo tondo.
Si ma a fronte di quali costi di personale pubblico per il controllo capillare quotidiano?

E badate bene che stiamo parlando solo di EVASIONE PRESUNTA, laddove la situazione venisse lasciata intaccata, mentre nel caso di adozione dei famigerati POS ci troveremmo a trasformare quella piccola fetta in EVASIONE CERTA.

Ma Come? Beh se abbiamo capito come i capitali dalle banche siano fluiti nelle casse di debitori insolventi per milioni e prendendo in esame i bilanci degli istituti di credito non proprio trasparenti, è facile supporre che ANCHE LA FATIDICA COMMISSIONE sulle transazioni prenderanno facilmente la stessa strada.
Vedi il libro Euroschiavi.

 

COME TI RISOLVO IL PROBLEMA DELL’EVASIONE

Come ti risolvo il problema della micro evasione? Facile: cancello il contante e faccio passare tutto il denaro in transazioni elettroniche gestite dalle banche. Le banche ad ogni transazione trattengono una commissione su cui non pagano le tasse perché presentano bilanci opachi.

COSì SONO DACCAPO avendo spostato il denaro della presunta evasione dei cittadini dall’economia reale all’evasione certa nelle casse delle banche.

INGEGNOSO!

Insomma, in caso di adozione di bancomat e carte di credito al posto del contante ciò che non finirebbe in evasione fiscale dei cittadini finirebbe in tasca alle banche che evadendo a loro volta annullando automaticamente il presunto prelievo fiscale dovuto alla trasparenza delle transazioni; punto.”

Poi mi son detto che per renderla più semplice avrei potuto spiegarlo con il più proverbiale dei disegnini.

 


 

contanti vs bancomat


 

ASPETTA CHE TI FACCIO UN DISEGNINO
Ecco di seguito la spiegazione.

Ad ogni emissione di moneta le banche mettono a bilancio si la moneta ma nella colonna dei passivi invece che in quella degli attivi (su cui realizzano profitti in termini di signoraggio e di interessi trattandosi di prestiti).
Da questo momento vediamo il percorso parallelo che detta moneta (supponiamo 100 €) farebbe secondo le teorie degli avversari del contante, mentre sulla scena di destra vediamo come questi pensano di risolvere la faccenda.

 


 

LA SCENA DI SINISTRA

Il denaro contante, dopo essere stato speso può prendere due strade: versamento in tasse nella percentuale media presunta del 30% ed evasione fiscale, ma noi ne abbiamo illustrata una; quella dell’evasione (la strada del pagamento delle tasse la vedremo nella scena di destra ma sarebbe identica anche se proposta in quella di sinistra).

Evadendo l’esercente si risparmia in 30% di tasse (vecchie stime dicono che la tassazione complessiva ammonta al 52% - realte fino all' 80%).
Tuttavia, venendo sottratto al fisco, questa cifra rimane nel circuito economico reale e riprende il giro da capo senza cedere alla banca la commissione che invece sarebbe dovuta utilizzando il bancomat.

Secondo esperti come Marco Saba quando la banca aveva emesso i 100 € di partenza, erogando un credito al consumatore, avrebbe dichiarato i 100 euro nella colonna dei passivi deducendoli così dal pagamento di IRES e di per un ammontare di 30€.

 


 

LA SCENA DI DESTRA

Ora veniamo alla scena di destra che illustra il circuito monetario considerato virtuoso della moneta elettronica emessa dalla Banca.

In questo caso, subito dopo la transazione commerciale effettuata con il bancomat, i 100 euro si dividono in due strade:

– 2 euro prendono la strada di ritorno alla Banca sotto forma di commissione (la cifra di 2 euro di commissione è un arrotondamento della media - fonte 1: http://www.businessoggi.com/fare-business/accettare-pagamenti-po-va-benema-quanto-ti-costa
fonte 2: http://www.linkiesta.it/it/article/2011/12/12/pago-con-la-carta-quanto-ci-guadagnano-le-banche/2592/);

– 30 euro finiscono in tasse, ma in buona parte finisce al pagamento di parte degli interessi sul debito pubblico creato in occasione dell’acquisto dei BTP necessari alla spesa pubblica. (naturalmente è una estremizzazione provocatoria, ma in teoria, dato che per la spesa corrente vengono utilizzati già gran parte dei prelievi fiscali, possiamo semplificare così);

– 68 euro sono l’utile netto.

Dei 100 € iniziali dunque, solo 68 rimangono in circolazione e per un nuovo acquisto di 100 euro sarà necessaria di nuova emissione monetaria da parte delle banche, pari alla differenza necessaria, che riprenderà il percorso appena descritto.

Il risultato è che se nel primo esempio di circolazione monetaria la Banca riesce ad intascarsi esclusivamente “la cresta” fatta sulle tasse non pagate per la nuova emissione di credito, nel secondo la cifra lievita notevolmente per poi sparire dalla porta di servizio con meta i paradisi fiscali.

QUAL È LA SOLUZIONE FINALE

Se volessimo risolvere alla radice basterebbe applicare due semplici  norme: 1. tassare l’emissione monetaria delle banche commerciali; 2. creare una banca pubblica di proprietà dei cittadini, così potremo anche eliminare il contante perché il signoraggio sarebbe di pubblico usufrutto.

In attesa della prossima occasione che non mancherà per riparlare di questo argomento vi invito a far circolare il presente disegnino. Non costa nulla e ci fa guadagnare molto in conoscenza. Ed ora via agli insulti
P.S. Grazie a Marco Saba e a Nino Galloni per la collaborazione.

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