Perché abbiamo un debito così alto? Come l’Italia si è inguaiata con i derivati

derivati

Debito pubblico, nemico numero uno. Perché è così alto e continua ad aumentare? Scopriamo i derivati.

La Germania può spendere senza limiti, il Giappone ha un debito pubblico quattro volte più alto del nostro, perché gli altri possono spendere e noi no?

Quante volte ci siamo posti questa domanda e quante volte abbiamo ricevuto risposte diverse, a seconda della fonte che ce le dava?

Secondo i filo liberisti la colpa dell’elevato debito è della spesa pubblica, per i moralisti del debito la causa sono gli sprechi, mentre secondo i sovranisti, le cause sarebbero da ricercare nel meccanismo del debito stesso. Proviamo a spiegare perché hanno un po’ tutti.

Le origini del debito pubblico

Forse non tutti sanno come nasce il debito pubblico.
Le origini sono ben lontane dai giorni nostri e per questo ce ne occuperemo in un prossimo articolo.
Ciò che ci preme oggi evidenziare, sono le conseguenze della modalità con cui quel debito è esploso.
Ci riferiamo al meccanismo di indebitamento che ha prodotto l’esborso di debiti talmente alti da rendere impossibile ridurre il debito stesso.


debito pubblico e derivati sui Titoli di Stato
Libro di economia spiegata facile, grafico del debito pubblico e degli effetti dei derivati sui Titoli di Stato.

Perché se, con l’ingresso nell’Euro, i tassi d’interesse calano – vedi la transizione dalle barrette colorate di rosso, che evidenzia l’aumento dei tassi, alle barrette in verde, quando i tassi sono scesi – il rapporto debito/PIL continua ad aumentare – (vedi la curva evidenziata in grigio)?


È vero infatti che a causa del meccanismo del finanziamento dello Stato sui mercati, i tassi di interesse sui titoli di Stato italiani siano stati mediamente superiori al 4%, ovvero maggiori del tasso di inflazione, per tutto il periodo che èpassato dall’introduzione dell’Euro, fino all’introduzione del Quantitative easing di Draghi.

Questo ci dimostra subito che, con un prestatore di ultima istanza, ruolo che spettava alla Banca d’Italia (in sintonia con il Ministero del Tesoro), le rendite sui Titoli, dovuti alla scadenza, scendono drasticamente.

Questo fattore ci spiega in parte anche perché Francia e Germania si siano indebitate meno di noi.
Francia, Germania ed altri Paesi dell’eurozona hanno sempre goduto con l’Euro, di prestiti più agevolati.
Questo è dovuto al fatto che i Titoli pubblici di quei Paesi godevano di un rating elevato e quindi che la BCE li acquistava a tassi prima dell’1%, poi dello 0,5% ed oggi viaggino a tassi negativi.

BCE quindi prestatrice di ultima istanza solo per pochi.
Tutto a norma, viste le clause dei trattati europei.
Come questi Titoli rientrassero in quell segmento degli acquisti della BCE, dopo aver truccato i bilanci pubblici, è un tema che affronteremo un’altra volta.


Le principali ragioni dell’aumento del nostro debito pubblico

Il debito pubblico ha numeros ecause, o meglio, sorgenti.

Nel precedente articolo dal titolo, Siamo ancora in tempo per uscire dagli schemi del sistema? abbiamo visto come l’Italia abbia visto crescere il proprio debito pubblico molto meno rispatto ad altri “partners” europei.

Alla luce del taglio degli investimenti pubblici in Italia risulta che il continuo progredire del debito pubblico sia dovuto principalmente a due fattori:

  1. gli elevati interessi accumulati sull’emissione di Titoli di Stato pre- quantitative easing;
  2. i derivati accesi dagli enti pubblici italiani.

Di questa seconda specie non si parla mai.

Nel libro di economia spiegata facile abbiamo spiegato cosa sono questi derivati.
Per rendere più facile il discorso li abbiamo paragonati alle scommesse sui cavalli.


Le scommesse dei derivati che la macchina pubblica ha perso alle corse dei cavalli

Come spieghiamo nel libro di economia spiegata facile, il nostro debito continua ad aumentare anche perché la pubblica amministrazione si ritrova a pagare le scommesse perse con i derivati con cui aveva puntato sull’aumento dei tassi che invece, con l’ingresso nell’Euro, sono scesi.
Come allora infatti i bassi tassi rimangono il principale obiettivo della BCE.

I derivati sono una sorta di scommessa sull’avvenimento o meno di determinati eventi.
Nell’alta finanza vengono utilizzati per difendersi da imprevisti, come se fossero una specie di assicurazione.
Si basano su calcoli matematici talmente complessi da risultare indecifrabili agli stessi ingegneri che li creano.
Ciò avviene perché a ciascun derivato si collegano come una sorta di catena di causa-effetto, migliaia di altri derivati.


DECINE DI ALTRI ESEMPI COME QUESTO CHE SPIEGANO L’ECONOMIA IN MODO SEMPLICE
NEL LIBRO DI ECONOMIA SPIEGATA FACILE

Derivati
I derivati spiegati a pagina 258 del libro di economia spiegata facile

 


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Tenere i derivati fuori dalla portata degli inesperti

Ci sono finiti dentro pubblico e privato, comprese grosse banche europee e mondiali.

Ecco perché queste opere di ingegneria finanziaria non dovrebbero essere sottoposti ad ignari investitori.
Ciò invece avvenne con molti amministratori pubblici, anche locali.
Sindaci di piccoli comuni, gestori di fondi pubblici, aziende municipalizzate, Regioni, ecc.

L’AMA di Roma, ad esempio, ha scoperto perdite sui derivati per ben 66 milioni di Euro.

Così è avvenuto anche ai vertici.

Negli anni 90, quando Mario Draghi era al ministero del tesoro, l’Italia accese numerosi derivati sul proprio debito. I dati a nostra disposizione indicano che fino al 2015 l’Italia era esposta in derivati sui Titoli pubblici per 163 miliardi.

Non solo le amministrazioni pubbliche di mezza Europa, ma anche le grosse banche si sono riempite di derivati e di Titoli tossici di ogni genere.
In testa troviamo le banche francesi e tedesche (vedi alla voce Deutsche Bank).

Se vuoi scoprire di più su come il debito stia aumentando per effetto dei derivati, leggi il libro di economia spiegata facile.


STANCO DI ESSERE TRATTATO
COME UN APPESTATO DALL’EUROPA?

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Debito pubblico dentro o fuori dall’Euro, ecco le differenze

Non è solo un problema di derivati ma anche di conformazione, di sostenibilità del debito, ma soprattutto di prestatore di ultima istanza.

Questo è un argomento che sarebbe bene trattare a parte, ma ne diamo alcuni accenni attingendo dal libro di economia spiegata facile.

Perché fuori dall’Euro uno Stato di norma non abbia limiti di spesa se non la disoccupazione, mentre con l’Euro sia permesso solo a pochi è una annosa questione che riassumiamo per sommi capi.

Il debito pubblico nell’Euro non va bene perché è rischioso.

Non c’è nessuna banca centrale che garantisce il debito dello Stato, anche stampando moneta se necessario. Praticamente il debito degli stati dell’eurozona è ESPRESSO IN VALUTA ESTERA, una valuta su cui non hanno il minimo potere o controllo.

Questo significa che l’unico modo che ha lo stato per “finanziarsi” è tassare i cittadini o prendere soldi a prestito sui mercati, ai tassi d’interesse DECISI dai mercati e non influenzabili in nessun modo dallo stato.


La Germania ad esempio può permettersi i prestiti perché i suoi Titoli rendono tassi molto bassi, persino negativi.
Questo significa che alla scadenza, dovrà restituire i prestiti ricevuti concedendo una rendita molto bassa o che addirittura ne restituirà meno soldi di quelli che ha preso in prestito.

Il Giappone e tutti i Paesi a sovranità monetaria invece si approvvigionano di moneta forti del possesso di una banca pubblica che funge da prestatore di ultima istanza, di cui abbiamo parlato sia sul nostro blog con l’articolo intitolato, Si possono nascondere 500 miliardi di debiti tra gli applausi? Miracolo in Germania che su scenari economici nell’articolo Il colpo di Stato che nessuno vede.

Nel libro ne parliamo diffusamente spiegando perché tutti gli Stati, fuori dall’eurozona ( e anche qualcuno al suo interno), ne siano dotati.

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