Paolo Barnard è tornato, dove è iniziata la crociata contro il potere finanziario in Italia?

Paolo Barnard

È ritornato, più prorompente che mai e stavolta nessuno potrà fermarlo. È Paolo Barnard oggi più diretto e indiscreto che mai.

Ha co-inventato il programma Report, corrispondente erstero, uno dei massimi esperti in tema di Palestina, probabilmente l'unico giornalista italiano non in vendita.

Ha introdotto in Italia la lotta al potere speculativo finanziario, prima che i pupazzi della politica e della TV trasformassero il sovranismo in un'arma di accattonaggio elettorale puntualmente disatteso.

Paolo si trovava a predicare nel deserto e, seguito da uno sparuto manipolo di seguaci - qualche decina in tutta Italia - diede inizio ad una rivoluzione tutt'ora in corso anche se deviata e rallentata da politici ed accattoni di poltrone che nulla hanno a che fare col sovranismo; Cinquestelle in primis.

Se le parole spread, tagli alla sanità, sovranità, keynesismo, 3%, default, uscita dall'euro, turbocapitalismo, deficit, sovranismo, lotta al potere finanziario, vengono pronunciate in Italia è perché un giornalista e ancor prima un Uomo le ha incastrate nel lessico attuale, tra un taglio ai diritti sociali e una privatizzazione, tra il massiccio suicidio di imprenditori e cittadini e di fatto quello di un intero Paese, il nostro.

Ha portato la MMT in Italia ed ha lanciato per primo la crociata sovranista in Italia.

Oggi è arrivata l'antologia di Paolo Barnard, il meglio della sua produzione in tema di sovranismo. Tutto sulla MMT dal suo padre italiano.

È l'imperdibile bibbia del sovranista, oggi ad un prezzo super speciale per i lettori di Scenari Economici, edita a Gingko Edizioni.

 

Paolo Barnard, il primo a parlare di uscita dall'euro in Italia

Chi è il lupo cattivo? È un giornalista che scuote le coscienze o è un intero sitema internazionale che induce in schiavitù e povertà intere nazioni indotte a indebitarsi?
Dipende dal punto di vista. Dipende se ad essere turbato è il potere, è un'intera classe dirigente e politica, oppure una massa di cittadini appisolati sopra ad un ramo che qualcuno gli stava tagliando da sotto al cuscino delle proprie certezze.
Ora tutti vedono il Re nudo.

Adesso tutti sanno cos'è lo spread, cosa sono i tagli alla sanità, ma prima?
Ci sono voluti sonori schiaffoni al lavoro, all'occupazione, le frane e i crolli di scuole e ponti, container perenni laddove c'erano intere comunità, aumenti di tasse e tagli agli stipendi e ai posti letto per capirlo.

E se non fossimo in balia delle lune di un virus, oggi continueremmo a vivere sonni tranquilli in attesa del salvatore della Patria. Dello stellone italiano che che porta con sè sempre ricchi premi e cottillon come alla fine di un concorso a premi.

Ma c'era una volta qualcuno che lo aveva previsto anche se nessuno ha ascoltato fin tanto che eravamo in tempo per cambiare rotta.

Tutti gli altri sono arrivati dopo. E non è una nota di merito a Paolo ma di demerito di un sistema dell'informazione (in mezzo a tante virgolette), che ha snobbato i reali problemi dell'Italia e ha prodotto tifosi di fazioni opposte sui dettagli, che si scontrano sui social rimanendo quotidianamente sulla supeficie del disastro Italia.
Beghe da pollaio mentre veniamo fagocitati giorno dopo giorno dalla voracità di un sistema finanziario che non vediamo mai svelato in prima pagina.

No, non è nessuno dei VIP del giornalismo "di protesta" nostrano: Travaglio, Santoro, Scanzi, Gabanelli, ecc. si chiama Paolo Barnard.


 

 

Paolo Barnard, l'antologia contro il potere
Paolo Barnard, l'antologia contro il potere

 


 

Una sola voce contro corrente

Come mai dopo tutti i tagli, gli accorpamenti delle spese, la riduzione del personale pubblico, la riduzione degli sprechi e degli enti inutili, dopo Mani pulite e le manette ai tangentisti, ci troviamo più indebitati, precari e disoccupati di prima, mentre la mafia gode di ottima salute, Amazon e Facebook ingrassano e il potere ha cambiato la maschera ma è rimasto intoccato?

Beh chi ha letto il libro di economia spiegata facile e segue il nostro blog, dovrebbe saperlo bene.
Però quando nessuno lo sapeva, c'era qualcuno che lo spiegava con voce chiara e distinta dal rumore di sottofondo.
E si staccava nonostante sullo sfondo assordanti suonassero le fanfare celebrative della deposizione di Berlusconi e dell'avvento del messia Mario Monti.

Solo uno spirito controcorrente, che genericamente liquidiamo con l'aggettivo "pazzo", poteva concepire palazzetti dello sport gremiti attorno, non ad una partita o ad un ring, ma ad un pugno di economisti di importazione che ci spiegavano all'alba del 2012 quello che vediamo oggi e continueremo a vivere nei prossimi anni.
Con un preavviso di, si fa per dire, appena otto anni, sapevano loro; Paolo Barnard e il suo manipolo di economisti, come sarebbero andate le cose.

Erano i tempi in cui la MMT sbarcava in Italia con concetti rivoluzionari come Keynesismo, spesa pubblica, investimenti pubblici, piena occupazione, ecc.

E mentre tutto attorno si scatenavano gli eventi a cui abbiamo imparato a cambiare nome con una sorprendente capacità di adattarci a chiudere gli occhi di fronte sempre allo stesso problema; il T-rex nel soggiorno.
Mario Monti, riforma Fornero, esodati, processo Ruby rubacuori, costi fissi in bolletta, tari, tasi, accorpamento dei comuni, spread, commissariamento, governo tecnico... in una parola CRISI.


 

Scoprire dove tutto è cominciato

Oggi Paolo Barnard vive a Londra, lontano da qui perché quello che poteva fare (a dire il vero molto di più) l'ha fatto e non vale più la pena insistere.
Continua a fare giornalismo d'inchiesta laddove un Paese ha saputo alzare la testa e sbattere in faccia la porta ad un sistema economico ingessato, vetusto, imbrigliato dalla finanza e da politicanti scarsi e immobile di fronte allo tsunami in corso.

Ma nonostante i tanti tentativi di imbavagliarlo o di comprarlo, oggi Barnard è tornato a parlare.
E lo fa con il meglio della sua produzione; una antologia del Barnard pensiero, anzi meglio, con il meglio della sua  denuncia.

L'unico pugno in faccia al sistema partito dall'Italia.

Se vuoi scoprire dove tutto è cominciato, prima che il sovranismo diventasse avanspettacolo puro e venisse inqunato dalla propaganda del potere, e do siamo destinati ad andare, sei ancora in tempo.

Si intitola Prediche nel deserto. Scopri il meglio del giornalista più rivoluzionario italiano degli ultimi 40 anni.

Paolo Barnard, l'antologia contro il potere
Paolo Barnard, l'antologia contro il potere

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16 pensieri su “Paolo Barnard è tornato, dove è iniziata la crociata contro il potere finanziario in Italia?

  1. Un grande uomo.. Difficile non amarlo… Grazie Paolo Barnard per avermi svegliato…. Grazie… Grazie… Grazie…

  2. L’ho sempre sostenuto ma il potere ostile lo ha osteggiato era circondato da menti brillanti.
    Ma lui non ci ha mai lasciati ha empatia e intelligenza, anche se il popolo non ha ricambiato il suo cuore e la sua prospettiva lui, Paolo c’è!

  3. Paolo Barnard un gigante del vero giornalismo al quale hanno tagliato le ali , in confronto a lui pochi si salvano per il resto tutti nani , troie e ballerine.

  4. Paolo ti voglio bene, Paolo premier in Italia, sei la nostra unica speranza per un futuro migliore…..

  5. La tua capacità di analisi e sentisi dei fatti sapendoli spiegare ed unire i punti, ti fa avere una visione del futuro prossimo e remoto da farci capire cosa sta succedendo ora, nel mondo. Facci capire come poter stoppare tutto ciò.

  6. Grazie Paolo con te ho capito una certa economia che è tutta un altra cosa da quella che ti insegnano a scuola e non solo anche molto altro

  7. Bentornato Dr. Barnard!
    Anche se quando guardo Report – che apprezzo molto come programma di inchiesta- mancano quei momenti “graffianti” . Ferite che solo lei sapeva infliggere al potere. Io ci spero sempre.
    Buon anno caro Barnard!

  8. L’ Umano che ha cercato di difendere la sua specie su questo globo terraqueo, Lui l’ha osservato, gli ha parlato, ma per i suoi limiti, cade nella voragine… È nell’animo di chi ancora sente la VITA con LUI.

  9. Spero tanto che Paolo abbia anche trovato un minimo di pace interiore nella sua Londra oltre al meritatissimo riconoscimento professionale che in Italia gli è stato vergognosamente negato da quella disonestà e criminalità intellettuale che regna in tante menti.

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