Cosa cambia con Mario Draghi? Proviamo a immaginare un governo senza passacarte diplomati e virologi al loro posto che dettano l’agenda economica all’Italia

cosa farà Draghi

Addio alle task force e ai CTS? Quando scendono in campo una squadra di governo pronta a svolgere quel ruolo (vedremo nell'interesse di chi)i bibitari non servono più.
Grisanti dica arrivederci alla carriera politica a cui ha alacremente lavorato per un anno a suon di terrorismo.
Quali sono le possibili novità del governo Draghi?

Chi avrà ragione su Mario Draghi?

Chi avrà ragione tra chi si aspetta il super Mario salvatore o il Draghi liquidatore?
Nel precedente articolo abbiamo avanzato la previsione che nessuna delle due tifoserie vedrà compiersi completamente le proprie attese.

Certamente se dobbiamo scegliere tra le varie versioni che Mario Draghi ha mostrato di sé, preferiamo quella del whatever it takes e del bazooka della BCE, ma proposto in salsa italiana, piuttosto che quella dei primi anni 90, fatta di svendite e di rigore di bilancio.

Norme che peraltro non sortirono gli effetti presupposti, ovvero il calo della spesa pubblica e una drastica diminuzione del debito pubblico... come ben possiamo constatare ancora oggi...

Con il quantitative easing Mario fu in grado di disinnescare la crisi dell'euro nel 2012, quando rischiò di crollare sotto le crisi dei debiti sovrani. Erano i tempi di Mario Monti al governo, e successivamente, sempre con il QE disinnescò tutte le crisi che minavano l'esistenza della moneta unica.

Durante la pestilenza cinese la BCE ha proseguito sulla stessa strada: acquistare i titoli di Stato per mantenere basse - addirittura negative - le rendite sui medesimi e sedare gli spread.

Ma, anche volendo ritenere la sopravvivenza dell'euro un successo, la carriera di Draghi economista è costellata anche di gravi errori.


Ciò che i giornali non vi dicono di Draghi

Facciamo un rapido riassunto di questo periodo, che pochi menzioneranno, pur di non rovinare l'opinione pubblica sul nostro eroe...

Cresciuto dai gesuiti, una costante tra diversi nomi di spicco della politica italiana odierna, diventa uomo di Goldman Sachs. E fin qui niente di segreto o di dimenticato.

1) 1993 la separazione bancaria

Con la sua abolizione avvenuta con il Testo Unico Bancario nel 1993, per mano dell’allora Direttore generale del Tesoro, Mario Draghi, questa divisione cessa di esistere. Questo è oggi uno dei principali motivi delle difficoltà di accesso al credito da parte di imprese e cittadini.
Prima dell’abolizione della separazione bancaria, avvenuta nel 1993 quando il Presidente del Consiglio era Ciampi, banche d’affari e banche commerciali erano suddivise per categoria e missione (o fare credito nell'economia reale o investire in capitali) e non potevano operare in un settore diverso dal proprio.

Mario Draghi e la separazione bancaria, p.177 del libro di economia spiegata facile
Mario Draghi e la separazione bancaria, p.177 del libro di economia spiegata facile

 

2) Anni 90 i derivati sbagliati

Quando Mario Draghi era al ministero del tesoro, su sua proposta e attuazione l’Italia accese numerosi derivati sul proprio debito. I dati a nostra disposizione indicano che fino al 2015 l’Italia era esposta in derivati sui Titoli pubblici per 163 miliardi.
Su quei 163 miliardi in derivati acquistati dallo stato, le perdite sono state di 37 miliardi!

Le famigerate privatizzazioni degli anni 90

3) 1999, privatizzazione venditadi Autostrade alla famiglia Benetton

vedi nelle fonti.

Draghi e la cessione di Autostrade ai Benetton

4) Le privatizzazioni degli anni 90

Queste continuano a dividere ancora oggi tra favorevoli e contrari. Senza entrare nel merito, che riserviamo a questo articolo, uno degli aspetti che distinguono la visione di Draghi rispetto a quella di molti altri, è che le privatizzazioni dovrebbero servire a ridurre il debito e non a ridurre il deficit.
Sembra una contraddizione in termini ma non lo è.
Infatti se il deficit può essere fatto a condizioni vantaggiose, non è detto che contemporaneamente il debito non possa essere ridotto, se produce svantaggi derivanti da condizioni "contrattuali" peggiori.

Peccato che le privatizzazioni di Draghi, Ciampi, D'Alema e Prodi tutto sortirono, a cominciare dai regali agli amici delle loro correnti politiche e affaristiche, vedi uno per tutti il caso IRI, meno che la riduzione del debito pubblico, come possiamo tutti ben constatare.

 

 

Ma dal punto di vista finanziario quelle privatizzazioni furono una svendita che penalizzò sia lo Stato che le aziende che vennero cedute per far fare profitti ai privati a costo dell'efficienza e di posti di lavoro.
Il Ponte Morandi è lì per ricordarcelo.

 


 

5) 2007, Il buco di MPS per Antonveneta

Nel 2007 Draghi autorizzò l'acquisizione di Antonveneta da parte di MPS.
Già all'epoca la fusione avvenne sulla base di cifre sopravvalutate.
I risultati conseguiti sino ad oggi sono questi:

Tra il 2011 e il 2017 la banca, che in Borsa capitalizza meno di 1,4 miliardi, ne ha chiesti al mercato 18,5 sotto forma di aumenti di capitale, di cui 5,4 forniti dallo Stato.

Con il rosso di 1,69 miliardi del 2020, le perdite accumulate da Mps nell'ultimo decennio, a partire dal 2011, ammontano a circa 23,5 miliardi di euro.

 

Quando Mario Draghi autorizzò l'acquisizione di Antonveneta da parte di MPS

Vai alla fonte

 

Insomma... per fortuna che adesso al Governo abbiamo l’uomo giusto al posto giusto. Draghi alle prese con il dossier su Draghi.

Ci vorrebbe Draghi...

6) 2011, quella lettera di minacce all'Italia

È il 5 agosto quando la tempesta che travolge le borse spinge l'aumento dello stread tra BTP e italiani e BUND tedeschi, fino a raggiungere i 389 punti.
L'allora duo, presidente uscente e presidente in pectore della BCE Jean Claude Trichet e Mario Draghi scrivono una lettera privata (che sarebbe dovuta rimanere segreta) a Silvio Berlusconi.
In questa esprimono le loro preoccupazioni per la tenuta del sistema italiano (il cui crollo coinvolgerebbe il resto dell'eurozona) "suggerendogli" senza troppi mezzi termini le soluzioni.
È una vera e propria lista di istruzioni elencate punto per punto:

"Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:..."

Tra queste compaiono ricette di ottimizzazione della macchina pubblica, dell'istruzione e della giustizia, ma anche tagli lineari alla spesa pubblica e nuove privatizzazioni, oltre che revisione del sistema politico-burocratico che mette nel mirino l'abolizione delle Provincie.

Ma si fa anche esplicito riferimento alla riforma del lavoro, ovvero alla preecarizzazione dei lavoratori da attuare per aiutare le imprese ad essere più competitive sul piano globale (anche contro chi sfrutta il lavoro o fa concorrenza sleale, vedi la Cina):

"C'é anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende..."

La minaccia asseriva che in difetto, la BCE non avrebbe proseguito l'acquisto dei BTP italiani sul mercato secondario (la prima fase di quantitative easing) paventando così il default dell'Italia.

All'indomani di quella lettera Berlusconi e Tremonti si presenteranno in conferenza stampa - a borse chiue - per annunciare  l'introduzione di una manovra straordinaria.

Andrea D'Ambra (presidente dell'associazione Generazione attiva) scrisse alla BCE chiedendo di poter leggere quella lettera e le venne risposto il 7 settembre 2011:

"ci dispiace, la lettera deve rimanere segreta"

Tale risposta venne pubblicata da Il Manifesto due giorni più tardi, il 9 settembre 2011

Questa ingerenza emerse solo a seguito di inchieste giornalistiche che portarono alla pubblicazione della lettera, avvenuta grazie a uno scoop del Corriere della Sera avvenuto il 29 settembre 2011.

Fu così che, con Draghi, un organo sovranazionale, non eletto e soprattutto senza finalità politiche si intromise negli affari politici dell'Italia.

 

7) Il mancato raggiungimento dell'obiettivo del 2% di inflazione

Durante il suo mandato Mario Draghi è stato artefice del famoso quantitative easing che ha portato la BCE ad acquistare i Titoli di Stato (sul mercato secondario) e a abbassare gli spread. In pratica si è trattato della monetizzazione dei debiti europei.
Tuttavia il suo obiettivo era anche un altro, ovvero il raggiungimento di un tasso di inflazione del 2% nella zona euro.
A questo obiettivo si opponeva la Germania che, essendo un Paese creditore ci avrebbe rimesso il 2% sui suoi crediti.

 

Chi ci rimette con l'inflazione - dal libro di economia spiegata facile
Chi ci rimette con l'inflazione - dal libro di economia spiegata facile

 


 

la BCE crea denaro illimitatamente
la BCE crea denaro illimitatamente. Il bazooka di Mario Draghi che stampa miliardi di euro senza effetti sull'inflazione - pagine estratte dal libro di economia spiegata facile

Obiettivo mancato anche perché l'emissione della moneta da parte della BCE non è confluita nell'economia reale, dove si sarebbe potuta manifestare la tanto temuta inflazione, ma nei mercati finanziari, alimentando così le bolle speculative.

 


 

Cosa aspettarsi dal Draghi nella versione aggiornata?

Ciò che a nostro avviso è lecito aspettarsi è un sostanziale equilibrio tra socialismo e...

Draghi è stato scelto per garantire credibilità rispetto agli impegni che l'Italia prenderà sul Recovery fund. Non per il bene comune.
Noi rimaniamo dell'idea che un Recovery fund sarebbe entrato comunque in campo anche senza il covid19.
Non oggi, ma entro pochi anni.
Tale convinzione è dovuta al fatto che il declino socio-economico-finanziario dell'Europa era già in corso da anni e che la peste cinese non ha fatto altro che accelerarne i tempi.
Lo abbiamo ripetuto mille volte.

Detto ciò, illudersi che si tratti di un nuovo piano Marshall è un errore.
Le finalità non saranno sociali, ma del tutto incentrate sull'ammodernamento delle infrastrutture.
Che poi, dato il covid, ciò possa coinvolgere anche altri capitoli di spesa è quasi un caso.
Gli obiettivi europei sono ben altri:

  1. efficientamento del sistema Paese;
  2. ammodernamento delle infrastrutture;
  3. riduzione del debito pubblico;
  4. riforme del lavoro e delle pensioni per ridurne il carico sui conti pubblici;
  5. ulteriore accentramento dei poteri verso Bruxelles;

Per fare tutto questo avrà bisogno di cambiare le attuali regole europee

Regole dannose persino al potere centralizzato.
Quindi Mario dovrà far valere il suo peso sulla mutazione delle regole di bilancio, oggi fissate al pareggio. Cosa che, quasi sicuramente, verrà riformata.
Allo stesso modo anche la BCE ricoprirà un ruolo più simile a quello da lui inaugurato con il quantitative easing, piuttosto che quello degli inizi dell'euro.

Ovviamente i punti appena elencati corrispondono alla previsione di nuove cessioni di sovranità, nuovi tagli, di precarizzazione e di balcaniccazione del sistema produttivo italiano. Le chiamano riforme.
Chi sopravviverà e saprà adattarsi vedrà.

Ma se da una parte Draghi punterà a cambiare le regole per finanziare gli Stati, non sappiamo se farà lo stesso per facilitare i prestiti da parte delle banche alle imprese, anche se sarebbe necessario per la ripresa economica.
È l'anello di congiunzione mancante in quella politica del QE che Draghi lanciò in BCE. Il QE permetteva la stampa di miliardi ma non di farla arrivare all'economia reale.
Oggi Draghi, se volesse potrebbe farlo. Ma poi è evidente che avrebbe senso solo se riaprisse le attività commerciali, altrimenti gli effetti sarebbero gli stessi registrati sui mercati con il QE: una sovrabbondanza pressoché inutile ai fini del benessere della prosperità tanto delle persone che delle banche.
Le norme europee e le regole bancarie di oggi vanno nel senso opposto a quello che sarebbe necessario.
Cioè specie le PMI avranno sempre più difficoltà a finanziarsi tramite prestiti.
Draghi le deve far cambiare le regole o trovare degli sblocchi ai vincoli.

È normale che la durata del governo Draghi non possa prescindere da un cospicuo aiuto alle PMI, le uniche in grado di dare una risposta in tempi immediati alle necessità produttive ed occupazionali dell'Italia.
Vorrà e riuscirà ad aiutarle sul piano del credito e dello sviluppo?

È vero che Draghi è un uomo delle banche, ma essere uomo delle banche non significa essere solo l'uomo della speculazione finanziaria.

Saprà tenere in vita un polmone vitale per l'economia europea come l'Italia o produrrà nuove svendite? Lavorerà per il bene del Paese o per gli interessi del mercato?


SEI PRONTO AL CAMBIAMENTO CHE CI ASPETTA?

Se non ti occupi di economia, l'economia si occupa di te - Mario Draghi

 

 


Reddito di cittadinanza

Ciò su cui scommettiamo è che provvederà a spostare gli attuali aiuti improduttivi (vedi reddito di cittadinanza) verso i settori produttivi, come gli sgravi fiscali o le agevolazioni per le assunzioni.
Ma lo abbiamo già detto in questo articolo.
Non quindi una riduzione drastica o addirittura la fine del reddito di cittadinanza, bensì nuove regole fondate maggiormente sul merito e sull'opportunità. Per recuperare lavoratori recuperabili effettivamente.

Quindi non più pasti gratis, ma in cambio di lavoro.

 

La ripresa economica

Volete la ripresa economica? Allora dovete lasciare l'economia riprendersi.
L'economia non si riprende con finanziamenti dati alle attività che restano chiuse.

I soldi servono per far circolare merci e servizi. Senza la circolazione delle merci e dei servizi, non ci sarà nessuna ripresa economica per quanti finanziamenti verranno versati.
Perché? Perché se questo denaro viene utilizzato solo per sopravvivere significa che verrà speso per gli affitti, le bollette, il sostentamento o addirittura negli investimenti in borsa anche dei piccoli risparmiatori (vedi il caso Gamestop che ci insegna che chi non può lavorare, anche in cassa integrazione, non solo in caso di necessità ma anche per noia, tenta di fare cassa con la speculazione online).
In queste condizioni alla lunga la raccolta si concentra presso pochi soggetti: chi possiede gli immobili occupati, chi produce e commercia merci di prima neceessità, commercianti online.

Però tutti gli altri soggetti, produttivi e consumatori, restano esclusi.

Ecco perché Draghi non può prescindere dalla riapertura delle attività.

 

Scuola e cultura, cosa attendersi da Draghi

Se Draghi riceeverà l'OK di una cospicua maggioranza dei partiti (se dalle consultazioni percepisse il contrario probabilmente rifiuterà l'incarico), il suo governo potrà andare fino a fine mandato. Scordatevi le elezioni a settembre: avete voluto modificare la Costituzione con il taglio dei parlamentari? Il compimento dell'iter prevede nuova legge elettorale e un nuovo sistema di ripartizioni territoriale: nuovi collegi elettorali.

Quindi desso tenetevi Draghi fino a elezione del nuovo Presidente della Repubblica (ovvero sempre lui? Dipende dai risultati che porterà al Paese).
In caso di lunga permanenza a Palazzo Chigi, Mario non si dovrà occupare soltanto di economia.
Per capire se sarà un governo per le banche oppure di investimento nel futuro lo vedremo dalle linee programmatiche che darà a scuola, Università e cultura.

È evidente che l'anima di un disegno politico si distingue soprattutto dalla valorizzazione o meno dei tre aspetti più distintivi gli obiettivi e le ambizioni di una nazione.

 

 


Come reagiranno i media qualora Draghi dovesse far riaprire le attività?

C'è da giurare che se Draghi dovesse ordinare l'accelerazione dell'apertura delle attività commerciali, all'improvviso vedremmo riaffiorare la curva dell'influenza stagionale, magicamente scomparsa per la prima volta nella storia dell'uomo.
Con buona pace di medici eroi e virologhi presenzialisti della TV e proiettati in politica.

Scommettiamo che se Draghi mutasse le indicazioni in tema di Covid, i media e gli esperti si allineeranno e grideranno al miracolo: "il virus sta sparendo!"

Addio ai CTS e alle task force? Ci sembra scontato così anche come l'addio alle politiche economiche del monopattino. Roba da cialtroni, scontata quando si ha a che fare con politici di quartiere, non con un governo tecnico.


 

Che fine farà il sovranismo?

I veri sconfitti, nel caso di una elezione di Draghi a Presidente del Consiglio da parte dei partiti e di Mattarella, sono quelli che generalmente chiamiamo i sovranisti, specie se continueranno a viaggiare divisi ed a smaniare per ruoli e visibilità personali.
Oggi questo è un movimento fortemente minato nella sua integrità e costellato da individui con più ego che cervello, che fanno gli strilloni nelle TV private o nelle web TV con cadenza ossessiva, oltre che di scarsa cultura e visione, soprattutto politica.

Certo, se invece di gridare al complotto e ragionare soltanto in termini di uscita dall'Euro senza passare prima per l'adozione di soluzioni per alleviare immediatamente le storture del sistema Euro, avessero portato il dialogo verso soluzioni maggiormente garantiste dei più deboli e dei meno garantiti, oggi godrebbero di tutt'altra credibilità.

Forse solo un movimento sovranista più etico e più preparato saprà contrapporsi con idee più vicine all'uomo e meno alle banche centrali. Ma si sa che vivendo in continua emergenza politica e sociale è ben difficile avere la pazienza per ricostruire alternative politiche di qualità.

Ciò che i partiti tradizionali ci hanno ribadito è che le logiche di potere non si rifanno agli ideali comuni.
L'appoggio a Draghi da parte dei più acerrimi nemici ce lo conferma.
La pugnalata è sempre dietro le spalle. Stavolta è stata a quelle dei sostenitori del sovranismo, domani toccherà allo stesso Mario.
Ma almeno lui godrà di una buona uscita: l'ivestitura di presidente della Repubblica.

Lo capite in mezzo a quali due scelte siamo rimasti?

 


Fonti:

I derivati di Mario Draghi

Autostrade ai Benetton

https://salute.regione.veneto.it/c/document_library/get_file?p_l_id=998304&folderId=1163471&name=DLFE-32888.pdf

La lettera di minacce di Draghi e Trichet all'Italia, testo integrale


 

 


 

Gli articoli di ESF su mario Draghi:

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9 pensieri su “Cosa cambia con Mario Draghi? Proviamo a immaginare un governo senza passacarte diplomati e virologi al loro posto che dettano l’agenda economica all’Italia

  1. Non c’è mai stato nessun virologo! Prima Parte.

    Il bluff degli scienziati di Conte” , di Franco Bechis per Il Tempo

    11 gennaio 2021

    E’ lei la numero uno del comitato tecnico e scientifico (CTS) che assiste Giuseppe Conte e Roberto Speranza, condizionando con le sue scelte la vita di tutti gli italiani da quasi un anno. Si chiama Elisabetta Dejana ed è una esperta del sistema vascolare, professore ordinario di Patologia generale presso l’Università di Milano e coordinatrice di un gruppo di 20 persone all’Istituto FIRC di Oncologia molecolare (IFOM). È una testimonial della associazione italiana per la ricerca sul cancro nonché ricercatrice di Telethon. All’estero la conoscono bene, perché vi ha lavorato a lungo e a pieno titolo possiamo definirla una «scienziata», uno di quei cervelli che l’Italia è riuscita a trattenere con orgoglio. Quando Conte e Speranza devono fare deglutire qualcosa che va di traverso agli italiani limitando ancora di più le loro libertà costituzionali come sta avvenendo da quasi un anno, deve essere a lei che pensano sostenendo: «Così hanno deciso gli scienziati». La Dejana lo è davvero, e infatti il suo h-index, l’indice che censisce per la comunità scientifica la rilevanza di uno dei suoi membri per numero di pubblicazioni e citazioni scientifiche, è alto: 109. Basti pensare che sommando l’h-index di tutti i 26 membri ufficiali del Cts si ottiene un misero 821, media di 31,5 a testa che nella comunità scientifica internazionale sarebbe ridicolo, da professorini alle prime armi ancora impegnati nelle scuole serali. Senza la Dejana la somma degli altri 25 sarebbe 712, la media scenderebbe a un h-index di 28,48 pro capite. Ma quella somma è dovuta a un altro componente del comitato, Franco Locatelli, direttore del dipartimento di oncoematologia del Bambino Gesù di Roma e presidente del Consiglio superiore di Sanità. Locatelli è l’unico altro membro del comitato ad avere un h-index superiore a 100, sia pure di poco: 101. Togliamo lui e la Dejana e il totale degli altri 24 componenti scende a 611, la media supera di poco il punteggio di 25 e la parola «scienziati» diventerebbe del tutto fuori luogo.

    Non è così teorica quella sottrazione. Perché nelle 35 riunioni del Cts che si sono tenute fra il 20 luglio e il 20 novembre scorso la professoressa Dejana è risultata assente in 28. Il professore Locatelli in 14, e nessuno dei due era presente proprio quando si stavano adottando le decisioni fondamentali sui dpcm che abbiamo bene conosciuto in questi mesi.
    Dunque noi siamo in mano a quello che ci viene descritto come il meglio della scienza italiana. Ma non è vero: quei 26 scienziati non sono, salvo qualche eccezione. Nessuno di fatto è esperto della materia che servirebbe: non c’è manco un virologo fra loro, nessuno verrebbe riconosciuto come scienziato fuori dai nostri confini.

    Riferimento e proseguimento:

    https://www.iltempo.it/politica/2021/01/11/news/bluff-giuseppe-conte-cts-senza-scienziati-dejana-locatelli-ruocco-brusaferro-25824831/

  2. Non c’è mai stato nessun virologo! Seconda Parte.

    “COVID / TUTTI I “VIROLOGI” A ZONZO FRA LE TIVVU’”, di A. Cinquegrani per La Voce delle Voci, 1 dicembre 2020.
    http://www.lavocedellevoci.it/2020/12/01/covid-tutti-i-virologi-a-zonzo-fra-le-tivvu/

    Breve commento.

    Da notare che solo il Prof Giulio Tarro è quello davvero specializzato in virologia, assieme alla Dott. ssa Rita Gismondo, cioè in teoria dovrebbero essere i più presenti su TV e giornaloni e invece nella pratica rispetto a tutti gli altri che non sono specializzati in virologia sono i meno presenti in assoluto, ma come ma su TV e giornaloni quando vogliono dare enfasi alla potenza del sapere specialistico dicono sempre ” tu ti faresti operare a una gamba da uno che non è specializzato in chirurgia ortopedica?, tu ti faresti operare al cervello da uno che non è specializzato in neurochirurgia?, ecc…” , insomma, chiunque con un minimo di razionalità e senso critico si sarebbe dovuto chiedere: due pesi e due misure, cui prodest?

  3. Contro argomentazioni!

    “Renzi, Draghi e il “grande reset” per l’Italia”, a cura di Liliana Gorini, presidente di MoviSol
    29 gennaio 2021

    Non è ancora chiaro quale sarà l’esito della crisi di governo voluta da Matteo Renzi, ma dal suo intervento al Quirinale ieri pomeriggio, dopo l’incontro con il Presidente Mattarella, è risultato chiaro dove voglia andare a parare. Renzi ha parlato di gravi problemi che l’Italia fronteggia, ha detto che il tasso di mortalità da Covid è più alto in Italia rispetto a tutti gli altri paesi al mondo, ma ha dimenticato di dire che questo è dovuto ai tagli al bilancio sanitario attuati dal suo governo e dal governo Monti e chiesti da Mario Draghi, allora presidente della BCE, nella sua famosa lettera. Eppure Renzi ha fatto proprio il nome del “presidente Draghi” (come se fosse già presidente del Consiglio) parlando dell’uso che si farà del (presunto) Recovery Fund di 209 miliardi di Euro che da mesi viene sventolato da tutti, Conte, il PD, Di Maio e ora anche Renzi, e che in realtà si riduce a 40 miserabili miliardi ed un prestito a condizioni da usura, tra cui altre misure draconiane di austerità come quelle che l’Europa ci ha imposto in questi anni, e che ci hanno portati a questa situazione di emergenza, la crisi sanitaria e la gravissima crisi economica e occupazionale.
    Se l’intento di Renzi è quello di imporre, coi suoi ricatti con cui tiene sotto smacco un’intera nazione da settimane, un governo di “salvezza nazionale” guidato da Draghi, allora non si tratta di una “crisi al buio”, come l’hanno definita in molti, ma di una crisi pilotata, una crisi pilotata da quella stessa oligarchia finanziaria che ha distrutto la nostra economia. Non dimentichiamo infatti che nel 1992 Mario Draghi, allora direttore del Tesoro, svendette la nostra industria di Stato sul panfilo Britannia della regina Elisabetta al largo di Civitavecchia. Come presidente della BCE ha regalato miliardi agli speculatori, rifinanziando col suo Quantitative Easing la bolla dei derivati ed altri titoli tossici che ha mandato in rovina l’economia reale. E nello stesso periodo Renzi, allora al governo, concordò con Angela Merkel in visita a Firenze di sabotare tutte le mozioni per la separazione bancaria (Glass-Steagall) che erano state presentate al Parlamento italiano, alcune delle quali stilate dal nostro movimento, e che puntavano a togliere ogni garanzia dello Stato agli speculatori e generare il credito necessario per rilanciare l’economia reale e l’occupazione.
    Per quale motivo ha fatto cadere un governo che era stato voluto da Ursula von der Leyen e dall’UE per imporre l’agenda del Green Deal? Evidentemente l’oligarchia ritiene che Conte non sia abbastanza forte per il tipo di misure dittatoriali previste dal “grande reset”, ovvero la trasformazione verde dell’economia che significa, come ha rilevato l’economista di Deutsche Bank Eric Heymann, una drastica riduzione dei consumi, dei livelli di vita e misure dittatoriali per imporla. Non basteranno i tagli alla sanità e alle pensioni invocati da Draghi nella sua lettera al governo italiano, ed attuati da Monti e Renzi, lo stesso Renzi che ora chiede investimenti nella sanità. Il prossimo governo dovrà imporre ben altri tagli. Nel nome del Green Deal dovranno chiudere quel poco che resta della nostra industria, a partire dall’Ilva di Taranto, e della nostra agricoltura, e tutte le risorse, incluso il tanto atteso “Recovery Fund” non andranno alla sanità, non andranno alla scuola, non andranno alla ricerca e all’occupazione, ma andranno alle banche ed agli speculatori che vedono nei green bonds l’occasione di creare l’ennesima bolla speculativa. Come ha detto Mark Carney, ex governatore della Banca d’Inghilterra e sponsor, insieme a George Soros, di Greta Thunberg “il verde è il nuovo oro”.
    Un governo Draghi rientrerebbe quindi nella strategia del “grande reset” a cui si ispira anche il neopresidente americano Biden. La sfacciataggine di Renzi ieri al Quirinale deriva dal fatto che è un pupazzo della stessa oligarchia che ha promosso il Grande Reset.
    Come evitare un governo Draghi? Con le 4 leggi di LaRouche, prima tra tutte la legge Glass-Steagall, e il ritorno all’economia reale, quella che fu promossa da Enrico Mattei, e che portò al boom economico nel nostro Paese.

    Riferimento:
    https://movisol.org/renzi-draghi-e-il-grande-reset-per-litalia/

    Breve commento finale.

    L’11 Settembre fu una clamorosa false flag, la crisi dei debiti sovrani riguardanti i PIGS era basata sull’aria fritta ( a livello di debito aggregato che è quello che conta veramente nessuno dei PIGS era messo male, l’ Italia in particolare ), siamo nel bel mezzo di una fake pandemia visto e considerato che già da tempo esistono cure efficaci e a basso costo censurate da TV e giornaloni, e voi dite che uno come Draghi che ha sostenuto tutte queste crisi inventate dal nulla, compresa quest’ultima ( vedasi la ridicola inutile mascherina che continua a indossare ) è la soluzione dei problemi e che invece quelli del Fronte Sovranista Italiano ( FSI ), di Liberiamo L’Italia e di Sovranità Popolare che queste queste crisi inventate dal nulla le hanno sempre denunciate sono solo degli strilloni egocentrici?

    You Cannot Be Serious!!! by John McEnroe, living tennis legend

    Cordiali saluti e buona serata.

    Fabrice

    1. Spiacente, non abbiamo detto che Draghi è la soluzione ai problemi dell’Italia.
      Abbiamo scritto che è stato messo lì per governare una transizione a cui i cittadini dovranno sottostare (di buon grado visti i sondaggi).
      Le crisi sono sempre indotte, infatti sosteniamo che anche la peste cinese è NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI un caso accidentale che tutta via ha accelerato i tempi di questa crisi e si approfittano di questo status per apportare correzioni al sistema.
      Non abbiamo scritto da nessuna parte che vengano fatte per salvare i cittadini, la Costituzione e l’Italia.
      Se leggi la trilogia (in attesa del quarto articolo) lo vedrai chiaramente.
      Asseriamo semplicemente che un’Italia al collasso non serve a nessuno, a partire dai suoi creditori.

      Riguardo a FSI, raggruppa molta gente in gamba, ma basta guardare al vertice, Dio ce ne scampi. Il problema è che è il vertice a decidere e comandare. Come al solito.

      1. 1. “Abbiamo scritto che è stato messo lì per governare una transizione a cui i cittadini dovranno sottostare (di buon grado visti i sondaggi).
        Le crisi sono sempre indotte, infatti sosteniamo che anche la peste cinese è NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI un caso accidentale che tutta via ha accelerato i tempi di questa crisi e si approfittano di questo status per apportare correzioni al sistema.”, Costantino Rover

        2. Schema crisi indotte artificialmente.

        Lo schema per l’innesto e il prosieguo delle crisi create artificialmente è sempre quello, anche nel caso di questa fake pandemia, ecco a tale proposito una lectio magistralis del “Il Pedante”

        CRISIS IN FABULA THE BOOK

        The childish narrative through which “plutocracy” – i.e. the government of the richer– legitimates its power is “told” by means of formal, linguistic, psychological, narratological tools.

        http://ilpedante.org/files/other/Il_Pedante_Bruxelles_06062018.pdf

        Lo schema vero e proprio si trova a pagina 18.

        3. Breve commento finale.

        A me personalmente un mondo che da tempo va avanti in negativo grazie a continue crisi create artificialmente, compresa questa fake pandemia, non piace proprio per niente, lei e gente come lei cinicamente invece ne prendono atto e si adegua, vedasi anche vostro appoggio a Draghi & Company che sono stati finora dei veri e propri “Master of Artificial Crisis”, di tutto questo la maggior parte della gente non se ne rende conto neanche lontanamente perché invece è vittima della propaganda martellante anti italiana di TV e giornaloni in quanto gli mancano purtroppo le basi a livello di cultura generale in ambito economico e politico e quindi poi devono sottostare all’agenda distopica dei Draghi di turno, insomma, Draghi & Company hanno gioco molto facile, dei veri e propri cuor di leone……

  4. A titolo di cronaca, qualche giorno fa ho scritto tre post che non contenevano nulla di offensivo ma invece delle interessanti contro informazioni, ad oggi nessuno è ancora stato pubblicato!!

    Domanda:
    dimenticanza, mancanza di tempo, o che altro?

    Cordiali saluti e buona serata.

    TheTruthSeeker

      1. La ringrazio davvero per l’accuratezza nella sua approvazione, ne ho scritto uno a titolo conclusivo che è in attesa di moderazione da parte vostra.

        Cordiali saluti e buona serata.

        Fabrice

  5. Riferimento:

    “Riguardo a FSI, raggruppa molta gente in gamba, ma basta guardare al vertice, Dio ce ne scampi. Il problema è che è il vertice a decidere e comandare. Come al solito.” , Costantino Rover

    1. “In Italia siamo milioni di immuni e non abbiamo bisogno del vaccino.”

    di Stefano D’Andrea, Presidente FSI

    29 Novembre 2020

    https://appelloalpopolo.it/?p=61044

    mentre invece il pilastro N 1 della super fake narrazione dominante è San Vaccino di cui, guarda caso, che strana coincidenza…., Draghi & Company sono invece dei grandi fan!!

    Fra le altre cose, vaccino completamente inutile perché già da tempo esistono cure efficaci e a basso costo censurate da TV e giornaloni, per un riassunto, vedasi questo ottimo articolo:

    https://www.libreidee.org/2021/01/medici-cure-ignorate-e-tardive-ed-ecco-la-strage-covid/

    addirittura ormai si cura in modo efficace persino con la Ivermectina che è un farmaco poco costoso usato anche come antiparassitario per gli animali, un mio conoscente l’ha sempre usato per i suoi cavalli e quando glie l’ho detto è cascato dal pero, non ci voleva credere!!

    2. A questo punto è meglio tagliare la discussione per sempre, partiamo da presupposti completamente diversi e quindi arriviamo a conclusioni completamente diverse, that’s it!

    3. Cordiali saluti e buona serata.

    Fabrice

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