Il senso di Letta (e del PD) per lo sfruttamento dei migranti

Letta, servono più immigrati

Hanno del clamoroso le parole di Enrico Letta che nei giorni scorsi si è lasciato andare a contro deduzioni tipiche del centrosinistra casa del neoliberismo e del mercantilismo di destra.

Approfittiamo dell'ennesima occasione offerta da questi progressisti per fare chiarezza sulla disoccupazione ed i bassi salari in Italia, speranzosi che l'articolo possa circolare soprattutto tra chi di macro economia è digiuno.

Secondo il FIPE mancano 150 mila lavoratori nel settore alberghiero. Enrico Letta corre in soccorso: più immigrati a basso costo
Secondo il FIPE mancano 150 mila lavoratori nel settore alberghiero. Enrico Letta corre in soccorso: più immigrati a basso costo

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Enrico Letta: servono più immigrati per coprire posti di lavoro vacanti

Durante una puntata di Porta a Porta Letta si è detto convinto che: “In molti campi dobbiamo capire che probabilmente serve manodopera che viene dall’immigrazione. I giovani italiani sono pochissimi, il nostro sistema imprenditoriale ha bisogno di manodopera“.

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Letta: servono più immigrati


I dati reali sulla disoccupazione che Letta ignora

Secondo le indagini della stessa UE i dati reali sulla disoccupazione europea sarebbero sottostimati.
Uno di questi riguarda gli inattivi, ovvero tutti coloro che hanno perso ogni speranza di trovare lavoro e che hanno smesso di cercarlo. Idem color che risultano aver lavorato almeno un'ora alla settimana.
Secondo le stime ufficiali, quindi, questi soggetti non vengono inseriti nella categoria dei disoccupati, e così con un colpo di spugna li si fanno sparire dalle statistiche.
Lo stesso vale per coloro che sono in attesa di una migliore opportunità di lavoro ed i sottoccupati e a part-time.

Quindi, secondo la UE, il numero di disoccupati ufficiali sarebbe almeno doppio rispetto a quanto viene considerato a livello statistico.

Vediamo nei grafici seguenti, ricavati dal libro di economia spiegata facile; fonte Eurostat, a quanto ammonterebbe la disoccupazione reale:

Dati reali sulla disoccupazione secondo Eurostat - libro di economia spiegata facile

 

Da questi dati risulta quindi che la disoccupazione ufficiale in Italia è il 42% di quella reale. In Francia invece i disoccupati ufficiali sono la metà di quelli reali, in Germania il 40% e in Spagna il 61%.

Ne consegue che se manca manodopera nei ristoranti e nelle aziende manifatturiere non è a causa dell'improvvisa nuclearizzazione dei giovani italiani o per la fuga dei lavapiatti, come sostiene Letta.

I giovani rifiutano lo sfruttamento

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Giovani formati per 300 euro al mese


Perché in Italia abbiamo salari così bassi?

Come abbiamo ampiamente dimostrato nel libro di economia spiegata facile, il calo dei salari segue una catena di fattori a monte che riassumiamo in modo estremamente sintetico:

  1. l'euro è una valuta legata ad un cambio FISSO intermedio tra le varie aderenti (marco tedesco, lira italiana, franco francese, ecc.) più elevato rispetto alla lira e ai fondamentali della nostra economia;
  2. un cambio che l'Italia non può permettersi significa che i prezzi dei suoi prodotti sono invariabilmente più alti rispetto a quelli espressi in lire. Quindi i suoi prodotti sono meno competitivi sul mercato globale;
  3. la scarsa competitività (cioè di appetibilità sul mercato dei prodotti) comporta un calo di domanda sia nazionale che estera; ovvero il calo dei consumi.
    Questo complessivamente delinea prospettive poco stimolanti dal punto di vista degli investimenti, perché ci troviamo già in un mercato poco attraente, tanto per gli stranieri, quanto per le aziende nazionali;
  4. la rigidità del cambio al punto 1, produce l'impossibilità di oscillazione dei prezzi -  costi fissi e di approvvigionamento delle materie prime entro i confini europei - e ciò produce svalutazione del lavoro perché è l'unica componente dei costi che si può contrarre per cercare di abbassare i costi di produzione e quindi guadagnare competitività;
  5. la riduzione dei salari scoraggerà il lavoratore sia a cercare lavoro, sia ad aumentare le proprie competenze, perché svalutate sul mercato;
  6. la riduzione di competenze dei lavoratori e il calo dei salari incentivano il datore di lavoro a prediligere a parità di prestazioni - il lavoratore disposto a ricevere un salario inferiore;

Il circolo vizioso che si instaura è il seguente:

il calo della competitività produce > il calo dei salari e di conseguenza > il calo dei consumi (oppure un aumento del debito privato per sopperire al calo dei salari) che >  rende il mercato meno appetibile e > incapace di attirare gli investimenti > ecc.


STANCO DI ESSERE SFRUTTATO?

libro di economia spiegata facile, seconda edizione - quarta ristampa

riconoscimenti e premi al libro di economia spiegata facile

 


 

Il pensiero di ultra-destra di Letta de le PD in sintesi

Perciò, quando Letta ha rincarato: “Quindi, per motivi di tutti i tipi, dobbiamo concepire il nostro futuro con una maggiore capacità di accoglienza e integrazione“.

Intendeva dire che uno di questi motivi è lo sfruttamento - necessario alle imprese italiane - ma a cui gli italiani (Choosy? Bamboccioni?) non intendono più sottostare.

Quindi, secondo Enrico Letta, occorre attirare schiavi, non investimenti; capito?

Non pago Letta ha aggiunto che si deve: “uscire dal blocco dei licenziamenti generalizzato” per prendere la strada di una “selettività“.

Cioè si può ricominciare a prendere in esame l'eventualità di consentire alle aziende di licenziare.
Occorrerà solo avere un po' di mira nell'impallinare gli esuberi giusti.
Se non altro chi perderà il posto di lavoro avrà buone possibilità di trovarne uno nella ristorazione, se non arriva prima la soluzione Letta.

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