Beppe Grillo e il M5S, i giullari che presero in giro l’Italia. I traditori – PARTE 2

Beppe Grillo - i traditori dell'Italia

Grillini con foto segnaletiche di politici del PD

Alleanza tra M5S e PD

 

Indice dei contenuti

Zingaretti: "Di Maio è stato di parola"

Il M5S e Marco Travaglio avevano parlato di prova di maturità da affrontare su Rousseau.
Per il venditore di bibite invece è addirittura un'evoluzione: quella di essere diventati come tutti gli altri partiti!
Quindi significa che il Movimento della prima ora era stato costruito da degli involuti e sfruttando la creduloneria dei cavernicoli?
Parrebbe di sì, parola di Di Maio e Travaglio.

Si sarebbe dunque trattato di un'evoluzione dal basso, nello spirito del vecchio credo nella democrazia dal basso? Niente affatto.
Si è trattato di un accordo precedente tra Di Maio e il segretario del PD, Zingaretti, a cui il bibitaro aveva promesso che gli avrebbe riportato l'osso.

Già ci immaginiamo il dialogo per giungere al risultato delle alleanze:


- Oh Giggi, 'a famo sta alleanza?
- Tranquillo, me faccio di de sì da quei quattro rincojoniti su Rousseau...
- Oh, guarda che in cambio nun te do gnente eh!
- Ma pacifico, tanto me faccio firmà in bianco la ricandidatura a vita da sti deficienti. A voja li sordi che me porto a casa...
- Ma sei sicuro?
- Massì so' un branco de mentecatti; consideralo come già fatto.
- Ok, se lo dici tu...
- Guarda, te lo prometto!


 

Gli iscritti alla piattaforma online del M5S hanno abboccato per l'ennesima volta. Si vede proprio che l'abboccamento è lo stigma dell'evoluzione...

Zingaretti-Di-Maio-è-stato-di-parola

fonte

 


Nessuno deve restare indietro

Coerentemente con la data della propria fondazione, il "M5S francescano" promette di dare battaglia sulla riduzione dei costi della politica e sul soccorso agli ultimi, perché Nessuno deve restare indietro.
La crisi economica in corso sin dal crollo di Lehman Brothers prima e per effetto della crisi dei debiti sovrani poi, sta lasciando troppa gente indietro.
La quarta rivoluzione industriale che sta muovendo rapidi passi verso il futuro, promette di falcidiare posti di lavoro tradizionali che negli anni a venire spariranno.

Occorre quindi virare su politiche economiche e scelte strategiche di tipo keynesiano che permettano a chi non riesce a stare al passo dei tempi, di continuare a condurre una vita dignitosa.

Per questo il M5S ha candidato persone oneste, cittadini comuni al servizio della comunità, affinché questi possano restituire al popolo dignità contribuendo in prima persona, sia tramite l'attività parlamentare che in solido, restituendo alla micro imprenditoria parte del proprio stipendio, quel "di più" a cui tutti i politici dovrebbero rinunciare.

 

nessuno deve rimanere indietro
Nessuno deve rimanere indietro... o quasi...

 

Lo scandalo di rimborsopoli

Le Iene e rimborsopoli

 

GUARDA I SERVIZI DELLE IENE


 

FUORI I LADRI E I CORROTTI DALLA POLITICA

Inutile ribadire quanto su questo principio il movimento creato da Beppe Grillo e Davide Casaleggio fosse il vero perno centrale.
Andiamo direttamente alle conclusioni:

De Vito, M5S arrestato per corruzione

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Di Maio: De Vito se ne deve stare lontano dal M5S

Di Maio e De Vito

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Falso. Ma quali anticorpi? De Vito non è mai stato espulso dal Movimento Cinquestelle. Se n'è uscito lui oltre un anno dopo per entrare in Forza Italia.

 


LA DEMOCRAZIA DAL BASSO

I Meetup sono laboratori locali in rete attraverso cui gli attivisti vecchi e nuovi si possono confrontare sui temi proposti da Beppe Grillo sul suo blog.

La rete dei Meetup degli Amici di Beppe Grillo svolge così una funzione di catalizzatore di cittadini aventi a cuore la soluzione di problemi su cinque temi cardine: acqua, ambiente, sviluppo (economia), trasporti (sostenibili) e connettività. 

Il fine è quello di elaborare soluzioni a livello locale che trovino poi spazio, a partire dai piccoli comuni, nei dibattiti politici locali. Le prime iniziative portate avanti dai Meetup degli Amici di Beppe Grillo sono la condivisione di campagne di sensibilizzazione ed incontri periodici in cui discutere anche di persona.
La prima vera e propria campagna lanciata da Grillo attraverso i meetup è l'operazione fiato sul collo.

vengono destituiti da una lettera di Roberto Fico

 

"Si organizzano secondo le esigenze dei partecipanti e assumono la forma più funzionale alle abitudini del territorio e di chi vi partecipa.
Due sono in ogni caso gli elementi comuni qualificanti: contenuti e partecipazione..."

Ad un certo punto incontriamo un passaggio molto delicato che a prima vista può sembrare logico, ma che di fatto dà il là alla fine del principio dell'uno vale uno:

"La partecipazione al meetup non dà diritto all’uso del simbolo MoVimento 5 Stelle in alcun modo,
che può essere usato solo dai portavoce e dalle liste certificate limitatamente alla durata della campagna elettorale."


Ma il vero principio della democrazia dal basso, lo sappiamo bene se abbiamo seguito Grillo negli anni, è la forza del referendum.
L'idea della proposta di referendum popolari sulla base del modello svizzero è una vera ossessione di Grillo.
Lo è talmente, che diventa la primordiale e principale causa a cui si voteranno i primi meetup.
L'idea è quella di scardinare il potere della casta con il grimaldello dei referendum propositivi proposti dalla gente.

Segue una notizia su come si sia concluso questa dura battaglia per i diritti del popolo contro la casta:

 

M5S e referendum di proposta popolare sul modello svizzero
Il senso del M5S per la democrazia dal basso

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IL SACRO VINCOLO INAMOVIBILE DEI DUE MANDATI

 

M5S e il sacro vincolo inamovibile dei due mandati

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La regola dei due mandati? Non si tocca!
Parola di Di Maio

Di Maio: la regola sui due mandati non è in discussione

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Di Maio non ad abolire la regola dei due mandati

 

 


Prima ricandidano gli incandidabili e poi cambiano le regole

È il caso di Enrico Cappelletti che già aveva infranto un vecchio tabù; quello della candidatura nel M5S di un ex politico nelle file di un vecchio partito: la Lega Nord.
Eppure tale è la fiducia nei suoi confronti da parte della inesperta base degli attivisti che, nonostante egli provenisse da un mandato come consigliere comunale tra le file della Lega, in un paese in provincia di Padova, Cappelletti, imprenditore, viene candidato nel collegio di Vicenza nel 2013 diventanto così senatore del M5S.

Scaduto il suo SECONDO mandato infatti non viene ricandidato.
Invece di tornare a casa, come aveva promesso aderendo al M5S, esattamente come Giorgio Sorial - fedelissimo di Di Maio trombato alle selezioni per le candidature del 2018 (fatto fuori persino dai suoi stessi attivisti di Brescia), riceve un bel incarico pubblico e come lui anche molti altri trombati.

Cappelletti infatti non torna alla "fabbrichetta", sulla quale già nel 2013 si vociferava non navigasse in acque troppo tranquille, bensì va a sedersi sulla poltrona di gestore dell'ufficio legislativo del sottosegretariato all'editoria!

Ma non dovevano tornare a fare il loro lavoro?.

E meno male che erano per cancellare i finanziamenti pubblici ai giornali... adesso ci campano anche loro...

 


11 marzo 2020

Il giorno 11 marzo 2020 il M5S annuncia la candidatura ufficiale dello stesso cappelletti al terzo mandato - senza consultazioni o modifiche del non statuto - alla poltrona di Presidente della Regione Veneto.

Enrico Cappelletti viene ricandidato per il terzo mandato
Enrico Cappelletti viene ricandidato per il terzo mandato senza che la base si sia pronunciata a favore dell'abolizione del sacro vincolo dei due mandati e senza mai essere tornato a fare il suo lavoro come previsto dal non statuto del M5S

 

11 agosto 2020

Siamo in larghissimo anticipo rispaetto alla autoricandidatura a sindaco di Roma - terzo mandato anche per lei.

 

vincolo dei due mandati: Raggi a Roma
Addio al vincolo dei due mandati. Lo annuncia la Raggi a Roma PRIMA della consultazione fatta in fretta e furia su Rousseau

 

13 agosto 2020

Solo a seguito di questo (e non dopo, come almeno il pudore suggerirebbe di fare) sulla piattaforma Rousseau viene indetta in fretta e furia la votazione per consetire la deroga che cancella la regola.

 

su Rousseau il M5S chiede i voti per ricandidare Virginia Raggi al terzo mandato
su Rousseau il M5S chiede i voti per ricandidare Virginia Raggi al terzo mandato

 

 

Di Maio: sì a terzo mandato

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14 agosto 2020

 

M5S la base vota sì alla modifica della regola dei due mandati
M5S la base vota sì alla modifica della regola dei due mandati

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La votazione su Rousseau ha dato il consueto esito scontato.
Il M5S ancora una volta dimostra, che non è il partito ad essere marcio, ma gli italiani alla sua base.

 

Di Maio, dal no ai tre mandati al partito tutto suo
Di Maio, dal no ai tre mandati al partito tutto suo

 

 


I 3 V-DAY INDETTI DA BEPPE GRILLO

V-Day1: Referendum di iniziativa popolare "Parlamento pulito": via i condannati in via definitiva dal Parlamento

V-Day2: Stop ai finanziamenti pubblici agli editori (dei quotidiani in particolare) e abolizione dell'ordine dei giornalisti e della legge Gasparri

Inutile dire che della legge Gasparri e dell'abolizione dell'ordine dei giornalisti, il M5S se ne sia dimenticato presto.
Diverso invece l'iter del primo punto: quello sui finanziamenti pubblici ai giornali.
Vediamolo insieme.

V-Day3: Beppe Grillo lancia le sue modeste proposte che combinazione diventeranno i sette punti per le successive europee. Nessun dibattito, nessuna proposta di modifica offerta alla base.
I sette punti sono uno in contraddizione con l'altro, ma il filone che deve apparire chiaro è che il M5S è per l'uscita dall'euro.
Da qui parte la raccolta firme - presentata ufficialmente dal bolg -  per la proposta di un referendum sull'uscita dalla moneta unica.
Il risultato sarà la raccolta di 200 mila firme che - dopo essere state depositate -  nell'arco di pochi mesi il M5S, Beppe Grillo in testa rinnegherà.

Referendum per uscire dall'euro

Durante la campagna di raccolta firme il M5S in alcuni appuntamenti in pubblico, come a Torino, utilizzò alcuni filmati prodotti da Economia 5 Stelle, prodotti dal sottoscritto, oggi proprietario di Economia Spiegata Facile.
Uno di quei filmati è questo:

 

Il meccanismo è sempre lo stesso: sfruttare il lavoro gratis degli attivisti, senza mai una gratificazione, raccogliere polli e darsi alla macchia. Come stiamo per vedere.


14 novembre 2014
presentazione del referndum per l'uscita dall'euro presso il parlamento europeo

Introdotto dal capo delegazione europea del M5S, David Borrelli, Beppe Grillo presenta niente popò di meno che il suo progetto per l'uscita dall'euro.
Appena due anni più tardi sarà lo stesso Borrelli, pilotato dalla sede della Casaleggio & Associati a tentare una alleanza con il partito più filo europeista dell'arco istituzionale europeo: l'ALDE. Tentativo che si rivelerà un flop rocambolesco e che segnerà la fine della carriera politica del pupillo di Grillo; ustilizzato come pedina sacrificabile sul tavolo dell'azzardo politico più ardito che si potesse immaginare.
Un voltafaccia diametrale rispetto le premesse sulle quali Grillo aveva costruito la credibilità del suo progetto politico.

 

 

 


Beppe Grillo: fuori dall'euro!

Torniamo alla sovranità (Dal minuto 25:50)

 

Anzi, no!

Mettiamo dei blocchi ai prodotti cinesi (dal minuto 22,30)

L'Euro ha distrutto il sud, parola di Giggino Di Maio

Prima.

Dopo.

A Di Maio piacciono la UE e l'euro

fonte


Il cattivo maestro che ha portato l'Italia su una cattiva strada

Per il M5S delle origini, incluso il primo quinquennio trascorso stando all'opposizione, era contro le grandi opere e la cementificazione.
Dalla campagna elettorale all'esercizio del mandato stando al Governo è passato dal NO al Sì sulle seguenti opere:

  • TAP
    Pedemontana
    Chiusura e bonifica dell'Ilva di Taranto

 

 


La battaglia delle restituzioni e rimborsopoli

Rimborsopoli

 

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Gli sprechi della casta

Gli sprechi della casta: il fotografo personale di Di Maio
Il fotografo personale di Di MaioGli sprechi della casta: il fotografo personale di Di Maio

 

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Contro le grandi opere

 

Il ponte sullo stretto di Messina

Beppe Grillo attraversa lo stretto di Messina per protestare contro il ponte sullo stretto
Beppe Grillo attraversa lo stretto di Messina per protestare contro il ponte sullo stretto in occasione della campagna elettorale di Sicilia del 2015 - Secondo Grillo il ponte è una cazzata

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M5S, il ponte sullo stretto? Un'opera inutile
M5S, il ponte sullo stretto? Un'opera inutile

 

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Ma magari più tardi, a ripensarci...

 

 


 Gli incandidabili candidati

Una delle tante regole che il M5S ha imposto per sbarrare la strada agli incandidabili, c'è quella del divieto agli iscritti alle logge massoniche.

Anzi, c'è molto di più. Nel M5S non è neppure essere iscritti al Movimento se si è massoni!

M%S stop ai massoni

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Di Maio grazie gli impresentabili

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Gli straordinari successi degli onesti senza esperienza messi a ricoprire ruoli di ministro

Se qualcuno di voi si stesse chiedendo da quali accademie del pensiero o ramo istituzionale o albo professionale siano usciti tutti gli eletti in Parlamento e Senato tra le file del M5S; oppure quale curriculum, pluri decorato sfoggino le intelligenze incontratesi in rete per fondare il progetto rivoluzionario del Movimento 5 Stelle, che erano state promesse alla guida del governo italiano, beh, ecco, non ce n'è traccia alcuna.
Infatti tutte le prodezze degne di De Gasperi ed Einaudi sono state affidate a disoccupati scansa fatiche patentati - almeno nella quasi totalità. Il resto sono mediocri passacarte nel sottoscala dell'azienda di famiglia o professionisti di paese, di scarso rilievo.

Strano che dei disoccupati scappati di casa, dopo aver toccato con mano gli agi della poltrona, si siano ammucchiati e immischiati  con gli stessi che dovevano combattere.
Chi se lo sarebbe mai aspettato?

 

https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/ci-siamo-riusciti-%C3%A8-ufficiale-la-turchia-si-%C3%A8-installata-militarmente-libia


 

Il ponte Morandi, le vittime, la promessa di esproprio
e il regalo ai Benetton

In occasione del luttuoso crollo del ponte Morandi, in cui periscono 43 persone, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte promette l'esproprio delle quote di Autostrade italiane possedute dalla famiglia Benetton.
Gli fanno eco i parlamentari grillini che imputano giustamente ai Benetton la mancata manutenzione del ponte e di tutta la parte di infrastruttura gestita dall'impresa di famiglia.

Il valore di mercato di Atlantia passa dal crollo dei giorni precedenti (-18% dovuto alla preoccupazione dei mercati rispetto all'imminente esproprio promesso dai grillini) ad un +18%, diventato +22% in poche ore dall'inciucio M5S-PD-Benetton.

Boom azioni Atlantia Autostrade Benetton
Dopo la riconferma delle concessioni ai Benetton, con obbligo di cessione di quote (quindi nessun esproprio), la borsa festeggia premiando con un +22% la buona notizia. I Benetton vanno all'incasso. Non c'è che dire, i Benetton l'hanno pagata cara... cit (Manuel Barba)

 

Inutile ripercorrere tutta la vicenda della promessa di esproprio ai Benetton. Vi rimandiamo alla lettura degli articoli che per lunghi mesi si sono susseguiti. Riassumiamo la vicenda con alle immagini ne che ripercorrono le tappe salienti.

la-vicenda-del-ponte-Morandi-e-della-bufala-della-espropriazione-di-Autostrade-ai-Benetton
1 Di maio e Toninelli, rispettivamente doppio ministro e capo politico e ministro dei Trasporti annunciano che Benetton dovrà risarcire i danni al Ponte Morandi dopo di che gli verrà revocata la concessione su Autostrade; 2) esultanza di Toninelli dopo la seduta in Parlamento che sancisce l'esproprio; 3) annuncio in pompa magna del successo sul blog delle stelle; 4) video muto delle smorfie di Toninelli che sfotte i Benetton; 5) i Benetton ringraziano per il regalo in miliardi sonanti.

Tutto ritorna da dove tutto era cominciato

Si conclude così la, fortunatamente, breve parabola di Beppe Grillo in politica. Con la scena del buffone di corte che stringe il patto di ferro con il Re da cui voleva liberare il popolo.

Con il moralizzatore che faceva le prediche agli italiani mentre nel frattempo cresceva una figlia sorpresa con la droga in macchina ed un figlio sotto processo per stupro di gruppo.

 


 

"Abbiamo abolito la povertà",
"Siamo vicini a un nuovo boom economico"
e le altre buffonate degne dei veri cialtroni di professione.

Fonte

Fonte con il della video conferenza stampa

 

file per il pane a MIlano

file per il pane a MIlano

file per il pane a MIlano

 


Quando Grillo lapidava in pubblico i figli degli altri per molto meno che uno stupro e detenzione di droghe leggere.

Oggi Grillo in difesa del figlio Ciro, accusato di stupro di gruppo, non esita ad additare la stampa. A suo dire è rea di dedicare troppa attenzione al caso del figlio. A parte che la famiglia Grillo ha goduto di due anni di assoluto silenzio stampa sulla faccenda, (a commento del video di Grillo, Peter Gomez, del giornale affiliato al partito ci dice che, sì infondo un settantenne quando parla di stupro va capito perché è un limite degli uomini della sua generazione...) voi vi ricordate i bei tempi in cui era il primo a crocifiggere i figli degli altri sul suo blog?

Al di là della figura del disperato braccato e chiuso all'angolo, in preda di nuovo, come ai tempi del suo incidente stradale che costò la morte a tre persone, sui deliri di auto assoluzione, ciò che rimane è il doppiopesismo di lui e dei suoi fans.

A cominciare dalle invettive contro il Trota, figlio di Bossi reo di ricevere troppe agevolazioni solo perché figlio di, per arrivare al figlio di Salvini salito su una moto d'acqua della Polizia per un giro turistico fuori regola, quanti processi sommari ha celebrato la banda grillina?


 

NON FARTI PIÙ FREGARE
cover del best seller libro di economia spiegata facile, seconda edizione, quarta ristampa

Ma la fortunata e prolifica serie dei "prima e dopo" dei nostri eroi non è finita.
Da "Onestà! Onestà!" alla meritocrazia, dai finanziamenti pubblici alla politica estera alla selezione dei migliori.

Che si tratti di politica interna o estera non cambia. Dopo l'euro, l'austerity; dopo i finanziamenti pubblici ai partiti, la lotta ai vecchi partiti: il M5S e Beppe Grillo si prodigano per bruciare nel più breve tempo possibile tutte le promesse.

Aboliremo i finanziamenti pubblici ai giornalai pennivendoli

Secondo Beppe Grillo e i grillini non si chiamano giornalisti, ma giornalai. Falsificano le notizie, fanno disinformazione, sono i lacchè dei potenti e quindi non è giusto che ricevano finanziamenti pubblici.
Una volta al Governo li aboliranno, perché i giornali sono aziende private e come tali devono saper restare sul mercato con le loro... zampe.

Non servono i giornalisti. Ognuno di noi con una webcam può diventare giornalista. Al posto dei giornali ci saranno i blog dei cittadini.
Sono una casta (vi ricordate il concetto del nemico unico?), così ammoniva il santone.

Beppe Grillo e l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai giornali

fonte


 

M5S finanziamenti pubblici ai giornali


M5S finanziamenti pubblici ai giornali


Poi, una volta al governo...

M5S finanziamenti pubblici ai giornali

 

M5S finanziamenti pubblici ai giornali


la petulante richiesta che si fa della “onestà” nella vita politica.
L’ideale che canta nell’anima di tutti gli imbecilli

Benedetto Croce.

Fonte

 


PROLOGO

Roberto Fico M5S
Dal libro ECONOMI/GRAM


EPILOGO

https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/01/18/news/beppe_grillo_indagato_milano_contratti_pubblicita_moby_onorato-334301248/

Articolo di Repubblica

 


 

QUESTO ARTICOLO È IN PERIODICO AGGIORNAMENTO

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