Come si fa a stabilire il giusto livello di tassazione in una economia? La curva di Laffer

L'inventore della curva di Laffer

Arthur Laffer è l'inventore della curva di LafferNel libro di economia spiegata facile, all'interno del capitolo riservato ai grandi pensatori dell'economia, compare la curva di Laffer e il profilo del suo inventore.

O forse dovremmo dire, scopritore.
Di tasse abbiamo parlato in occasione di un recente intervento proprio su questo tema da parte di Warren Mosler.
La curva di Laffer ci permette di stabilire con una certa precisione quale dovrebbe essere la giusta pressione fiscale. Ecco come funziona.

Articolo scritto da Marco Cristofoli

Cos'è la curva di Laffer e come va letta

Cos’è la curva di Laffer? La curva di Laffer è un grafico che Arthur Laffer disegnò su un tovagliolo di carta durante un pranzo con Ronald Reagan. Cioè colui che fu artefice poi della ripresa economica degli Stati Uniti d’America di quel periodo.

Questo diagramma mette in relazione sulle ascisse la pressione fiscale di uno Stato e sulle ordinate la sua economia, l’occupazione ed il gettito fiscale.

Io questo diagramma l’ho ripreso, l’ho calcolato e riempito di dati sull'economia italiana. Potremmo a questo punto chiamarlo il “Diagramma di Cristofoli”.
Questo diagramma andrebbe appeso in tutte le scuole, soprattutto in quelle dove si studia l’economia.

Ad un primo sguardo possiamo notare che questa curva è divisa in tre blocchi sulla base delle ascisse. Il blocco destro dove la pressione fiscale è in eccesso, il blocco sinistro dove la pressione fiscale è in difetto e il blocco centrale, dove la linea della curva diventa verde, il blocco dove la pressione fiscale è quella ideale.

Ora andiamo a vedere cosa succede se la nostra pressione fiscale è in eccesso, in difetto o se è perfetta.


La curva di Laffer

La curva di Laffer


BLOCCO DESTRO della curva di Laffer: pressione fiscale in eccesso

Come abbiamo detto, il blocco destro, nella curva di Laffer, è quello della pressione fiscale in eccesso. Se la tassazione è eccessiva, lavoratori e cittadini avranno pochi soldi in tasca, perché le pensioni ed i salari saranno molto bassi.
Idem se la pressione fiscale schiaccia le imprese. Perché? Perché troppe tasse generano prezzi molto alti e di conseguenza una penalizzazione dell'economia. Di conseguenza avremo poca occupazione. Infatti le imprese con basse vendite, bassi fatturati, bassa competitività sia in Italia che all’estero, licenzieranno, delocalizzeranno la produzione all’estero o chiuderanno. In pratica con una pressione fiscale in eccesso si va verso la recessione.

Quello che possiamo notare osservando il blocco destro è che noi abbiamo le imposte tre volte più alte del necessario. Ben due volte superiori al resto del mondo. Quindi l'Italia si colloca dentro a una situazione di iper tassazione aggravata.

Infatti possiamo osservare che un lavoratore paga complessivamente tra reddito e consumi l’86% di imposte invece del 28% e un'impresa il 64,8% invece dell'8% e precisamente:

  • Reddito : Irpef 26% (valore medio) + Inps 33% (51%)
  • Consumi : Indirette sui prezzi 64,8% + Iva 22% + Locali 3% (72%)

Totale complessivo = 86%

Mentre per le imprese la pressione fiscale media è al 64,8%, l’imprenditore arriva a pagare 7 volte le imposte sullo stesso importo, il reddito lordo aziendale, per un totale di 93%, mentre pensionati e disoccupati pagano solo le imposte sui consumi, rispettivamente 76% e 71%, una vera e propria follia.

Ma vediamo nello specifico quali sono le conseguenze di una pressione fiscale cosi folle (rispetto allo standard ideale):

  1. I salari sono da fame -63%;
  2. Le pensioni sono da fame -38%;
  3. I prezzi vanno alle stelle +40%;
  4. Diminuisce il potere d’acquisto -58% e crollano i consumi, la domanda interna;
  5. Le imprese non sono competitive, non esportano, non vendono, non fatturano, licenziano, delocalizzano e chiudono;
  6. Aumenta la disoccupazione fino ad oltre il 30%, meno contribuenti, 20 mln invece di 30 mln;
  7. Aumenta la tassazione sulla spesa pubblica 388 MLD di imposte su 870 MLD di spesa il 44%;
  8. Crolla il gettito fiscale e lo Stato dovrà fare deficit aumentando il nostro debito pubblico,
  9. Crolla il Pil, aumenta il debito, aumenta il Rapporto Debito/Pil ed il rapporto Spesa/Pil;
  10. Aumenta l’evasione fiscale sia quella di sopravvivenza dei piccoli che quella di arricchiento dei grandi, aumentano le imposte anche sugli sprechi, sulle ruberie, sulle regalie;
  11. Aumentano i crediti bancari, 1.800 MLD di eu anno invece di 800 MLD o meglio ancora 36 MLD, perche un popolo lasciato senza soldi va in banca a faseli prestare;
  12. Crollano le nascite, perché le coppie senza soldi non fanno figli;
  13. Crolla il tessuto industriale, la sicurezza sul lavoro, la qualità dei prodotti.

Imposizione fiscale di oggi


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Il sistema necessita di manovalanza a basso costo estero a danno dei lavoratori italiani.

Mancano i soldi destinati ai servizi essenziali, pensioni sociali, di invalidità, disoccupazione, sanità, infrastrutture, sicurezza, trasporti, bonifica e riqualificazione del territorio, degli immobili.

Ecco cosa succede quando si va oltre la pressione fiscale ideale, che io ho determinato per la nostra economia nel 42%, tra reddito e consumi, mentre noi stiamo al 86% ovvero il 105% di quella che dovremmo avere, quando la media delle economie mondiali sta sotto il 50%, che è comunque una media più alta del necessario, ma mai folle come la nostra.

Ecco perché i nostri competitors storici, come il Giappone, ha 3 volte il nostro Pil, la Germania il doppio, Inghilterra, Francia, ci hanno superati da tempo, stiamo al 13° posto nelle economie mondiali invece che al 6° con 1.800 MLD di Pil invece che 3.500 MLD, mentre Usa, Cina, India, Russia, viaggiano su altre economie per le dimensioni del loro territorio e il numero degli abitanti. Se avessimo una Europa indipendente e realmente unita potremmo creare un blocco economico molto interessante, andando a competere con i colossi economici mondiali e con la nostra moneta.

 

La curva di Laffer applicata alle diverse economie attuali

 

BLOCCO CENTRALE della curva di Laffer: fiscalità ideale

Il blocco centrale della curva di Laffer (qui evidenziata in colore verde) determina la pressione fiscale ideale, che determina la massima economia, la piena occupazione piena, il massimo gettito fiscale possibile, il massimo reddito procapite, la massima competitività ed esportazione delle nostre imprese.

Il blocco centrale, quello che delimita il range minimo e massimo della pressione fiscale ideale, ha due limiti percentuali. Il 42%, che è la pressione fiscale minima che si può ottenere col nostro sistema fiscale, chiamato a fondo perduto in quanto retto dalle imposte, imposizioni di pagamento, e la “fiscalità a scambio” (28%), dove non esistono imposte, imposizioni di pagamento, ma il cittadino, il lavoratore paga le imposte quando compra i servizi che sono tutti gestiti dallo stato, paga meno e quando paga, paga anche le tasse che non pagherà più su reddito e consumi, andando a favore, e ad incrementare l’economia.

LA FISCALITÀ A SCAMBIO (28%)

Luce, gas, telefono, web, acqua, rifiuti, poste, trasporti, autostrade, carburanti, servizi bancari ed assicurativi, radio e televisione pubbliche, sanità privata e convenzionata, grande distribuzione alimentare organizzata, e molto altro, oggi fanno utili per 150 miliardi (MLD) di Euro anno approfittando della vendita di beni e servizi essenziali, utili che oggi finiscono nelle tasche di privati collusi, faccendieri, politici, cooperative, associazionismo e sempre più spesso le mafie.

Se a questi 150 MLD aggiungiamo i 50 MLD delle imprese strategiche, oggi quasi tutte privatizzate, ed il terzo settore, tutto privato, che incamera 75 MLD e ne spende solo 25 di MLD l’anno per la solidarietà, arriviamo a 250 MLD di utili di stato anno. Questi utili, che vengono scalati dalle imposte dei cittadini, riuscendo ad ottenere quel 28% di pressione fiscale minima complessiva, saranno anche il preludio di un futuro “reddito da utili di Stato”, dove lavoreranno le macchine, i redditi delle macchine verranno ridistribuiti dallo Stato ai cittadini in base al reddito, i cittadini spenderanno nel loro tempo libero questo denaro percepito, per l’acquisto dei prodotti delle macchine, ed il ciclo economico si chiude. Questo sistema, dove non un solo centesimo di denaro viene versato dai cittadini allo Stato senza ricevere in cambio un bene o un servizio, è chiamato “Fiscalità a scambio”.

Come cambia la pressione fiscale con questo sistema ?

  • Reddito : Irpef 0% (valore medio) + Inps 20% (20%)
  • Consumi : Indirette sui prezzi 8% + Iva 0% + Locali 1% (9%)
  • Totale complessivo = 28%
  • Utili di stato 250 MLD
  • 550 MLD di euro rimessi nelle tasche di 60 milioni di cittadini e 5 milioni di imprese, 763 Eu mese a cittadino, 1.950 Eu mese a lavoratore.
  • Mentre per le imprese sarà l’8% di pressione fiscale media, una delle piu’ basse al mondo.

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LA FISCALITÀ IDEALE A FONDO PERDUTO (42%)

Per quanto riguarda invece la fiscalità ideale a fondo perduto, la percentuale del 42% complessiva è raggiungibile con una rivoluzione fiscale, unita ad una riforma drastica dell’Inps.

L’Inps paga 64 MLD di euro l'anno di assistenza, a persone che non hanno mai versato i contributi, che andrebbero spostati alla fiscalità generale.
Poi paga 70 MLD di euro di eccessi erogativi per le pensioni d’oro, i vitalizi, le baby pensioni, le pluripensioni, e tutte le pensioni retributive. Sono spese per persone che non hanno versato sufficienti contributi per tali pensioni e che andrebbero ricalcolate tutte al contributivo.
Ci penserà la fiscalità generale con una “Pensione di Base fiscale” di 1.000 € al mese, dedicata all’assistenza, a compensare anche tutte quelle pensioni ricalcolate dal retributivo al contributivo che risultassero troppo basse.

Per esempio una pensione di 1.300€ mese al retributivo che si trasforma a 800€ mese col contributivo, viene integrata da 800€ di pensione di base fiscale che la riporta a 1.600€ mese. Così diventa più alta della precedente (+20%) e cosi via.

Mentre la pensione d’oro più alta d’Italia, che è di 92 mila euro al mese, verrà ricalcolata a 7 mila euro al mese, immettendo 85 mila € al mese alle pensioni più basse, e cosi via. Con questa riforma, si potrà anche ridurre il contributo Inps da pagare ogni mese sul reddito, dal 33% al 20%, rimettendo il 13% di reddito in più ai lavoratori contribuenti, 30 milioni di contribuenti invece che 20 milioni.

Come cambia la pressione fiscale con questo sistema (42%) ?

  • Reddito : Irpef 5% (valore medio) + Inps 20% (24%)
  • Consumi : Indirette sui prezzi 20% + Iva 5% + Locali 1% (24%)

Totale complessivo = 42%

400 MLD di Euro rimessi nelle tasche di cittadini ed imprese, 555 € mese a cittadino, 1.666 € mese a lavoratore.

Ma come si fa a passare dalla nostra pressione fiscale attuale, 86%, a quella ideale, 42%, senza avere ripercussioni economiche, di bilancio, trovando tutte le risorse, le famose coperture ?


Le varie economie così come sono distribuite sulla curva di Laffer oggi

La curva di Laffer applicata alle diverse economie attuali


Come abbiamo potuto vedere, il sistema fiscale non può prelevare i soldi ai cittadini a vanvera, non è che se il Giappone preleva il 48% e noi l’86% è uguale.
È una nostra scelta o noi siamo diversi da loro.
Assolutamente no, siamo uguali, il sistema fiscale è complesso ed è tutto collegato, imprese, lavoratori, contribuenti, pensionati, disoccupati, economia, gettito fiscale, spesa pubblica.
Perché più prelevi, meno sarà l’economia, meno l’occupazione, meno i contribuenti, meno il gettito fiscale, più tassata la spesa pubblica, mentre se prelevi troppo poco, avrai alta economia, alta occupazione. Oltre a questo avremo il massimo dei contribuenti, quindi un più alto il gettito fiscale, la spesa pubblica meno tassata.
Ma se la percentuale è troppo bassa (cioè sotto il 28% complessivo), lo Stato rischia comunque di non avere il denaro necessario. Per questo esiste un equilibrio ideale, che è contabile, matematico, scientifico. E non dipende se hai gli occhi a mandorla o a noce; a questo serve è la curva di Laffer: a calcolare e dimostrare questo equilibrio.

Portando la nostra pressione fiscale dal 86% al 42%, si liberano 400 MLD di € anno, ogni anno e per sempre, che finiscono nelle tasche di 60 milioni di cittadini e 5 milioni di imprese.
Non a qualche migliaio di faccendieri, politici, privati collusi, associazioni, che si spartiscono il bottino del Pnrr, Recovery Fund e Mes, 270 MLD una tantum, in 10 anni.
Soldi nostri versati all’Europa che ci restituisce tali somme sotto forma di prestito ad interesse e che non andrà ad incidere per nulla sulla nostra economia, come vogliono farci credere, perché l’economia riparte se il denaro va a 60 mln di cittadini e 5 mln di imprese, non ai solti noti, che sono pochi, che spendono e portano i propri soldi all’estero.

a) Se tagli del 50% la pressione fiscale, anche la spesa pubblica pagherà meno tasse, sulle fatture fornitori e sui salari pubblici, i 388 MLD di Euro che paga oggi lo Stato di tasse sulla spesa pubblica diventeranno 192 MLD, portando la nostra spesa pubblica da 870 MLD a 678 MLD con gli stessi identici servizi di prima. Avremo quindi un risparmio di 192 MLD.

b) Se rimetti 400 MLD in tasca a cittadini ed imprese, avrai già dal primo anno, come minimo, un gettito fiscale extra di 168 MLD annui. Avremo quindi 168 MLD di extragettito che prima non c’era.

Ora se ad un taglio fiscale di 400 MLD andiamo a togliere 192 MLD di € di risparmio delle tasse sulla spesa pubblica che non devono essere più versati, e andiamo ad incrementare il nostro gettito fiscale di 168 MLD all'anno, avremo un saldo di 40 MLD, che sono il nostro deficit che facciamo ogni anno, il 2,3% del nostro Pil, che andranno a portare l’operazione a pareggio di bilancio :

400 taglio – 192 risparmio tasse spesa – 168 extragettito – 40 deficit = 0 Paeggio di bilancio

Questo vale per il primo anno, nel secondo e terzo anno si recupera il deficit e lo si ripaga, dal quarto anno in poi andremo solo in avanzo di gettito, da 220 a 275 MLD  annui, da utilizzare per la spesa pubblica o per iniziare a ripagare il nostro debito pubblico e gli interessi che paghiamo.

Ma cosa succede nel dettaglio con queste riduzioni drastiche della nostra pressione fiscale ?

  1. Aumenta il gettito dai consumi, tasse indirette ed iva, pensioni +38%, salari +63%;
  2. Aumenta il gettito sulle imposte dei fatturati delle imprese;
  3. Sale il gettito sul reddito, Ipref ed Inps dei nuovi assunti;
  4. Aumenta il gettito fiscale sui nuovi consumi dei nuovi salariati, tasse indirette ed iva;
  5. Diminuiscono i prezzi del 40% ed aumenta il potere d’acquisto dal 14% al 72%;
  6. Diminuiscono del 50%/70% le tasse che paga lo stato sulla spesa pubblica -192/282 MLD di Euro;
  7. Diminuisce l'evasione fiscale per necessità ed anche quella per elusione dei grandi gruppi;
  8. Sale l’occupazione fino a quasi piena, più contribuenti, 30 mln invece di 20 mln;
  9. Aumenta il gettito fiscale e lo Stato non dovrà fare piu’ deficit aumentando il nostro debito pubblico;
  10. Aumenta il Pil, si riduce il debito, diminuisce il Rapporto Debito/Pil e Spesa/Pil;
  11. Crollano i crediti bancari, da 1.800 MLD di eu anno a 800 MLD o meglio ancora 36 MLD;
  12. Aumentano le nascite di 143.000 nati anno, perché le coppie benestanti fanno figli;
  13. Si ricostituisce il tessuto industriale, aumenta la sicurezza sul lavoro, la qualità dei prodotti;
  14. Il sistema non necessita più di manovalanza a basso costo estero a danno dei lavoratori italiani;
  15. Ci saranno più i soldi destinati ai servizi essenziali, pensioni sociali, di invalidità, disoccupazione, sanità, infrastrutture, sicurezza, trasporti, bonifica e riqualificazione del territorio, degli immobili.

BLOCCO SINISTRO della curva di Laffer: fiscalità in difetto

La curva di Laffer applicata alle diverse economie attuali

Nel blocco di sinistra, quello della fiscalità in difetto, quello dove le imposte sono troppo basse, non sufficienti, possiamo notare che avremo sì il massimo dell’occupazione, il massimo dell’economia, ma avremo anche due problemi. Il primo sarà quello di un gettito fiscale insufficente, cioè lo Stato non avrà il denaro per pagare tutti i servizi della comunità, il secondo sarà quello che, non essendoci un adeguato ritiro di denaro dalla circolazione, perché l’unica funzione delle imposte e tasse è proprio questa, soprattutto il denaro in eccesso, in eccesso da esportazione, da buona economia, da alta domanda interna, si potrà andare in inflazione o iperinflazione, cioè il troppo denaro diminuisce di valore dello stesso e fa aumentare i prezzi dei prodotti e servizi al consumo.

Articolo dedichiato a tutti quei monetaristi, che pensano che si possano eliminare le tasse, stampando moneta a vanvera; dove lo Stato stampa e paga tutto e tutti, così non lavora più nessuno e si va in iperinflazione e bancarotta. O magari con una criptomoneta privata, togliendo di mezzo lo Stato, così scuole, strade, trasporti, ospedali, forze dell’ordine, esercito, servizi e pensioni, saranno tutti a pagamento e privati. E chi non lavora affari suoi. Ma è la deriva verso cui ci stiamo dirigendo oggi.

Scritto da Marco Cristofoli Moneta Pubblica Italia sociale & Cristiana


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