Lo Stato sovrano: come si finanzia e perché

come si finanzia lo Stato

PERCHÉ LO STATO SI FINANZIA?

Per non essere costretto a stampare troppa moneta ogni anno lo Stato si finanzia tramite tasse e debito.
Stiamo parlando ovviamente dello Stato sovrano, ovvero dello Stato che emette e controlla la propria moneta.
In realtà in uno Stato sovrano le tasse hanno altre funzioni che sono ben diverse dalla situazione dei Paesi aderenti all’eurozona che si trovano a tassare i propri cittadini per recuperare soldi per pagare le spese ed abbattere il debito pubblico.
Anche lo Stato sovrano tassa i propri cittadini, ma perché se i soldi se li può stampare da solo?
Sembra che la differenza non esista eppure è bella evidente.
Vediamo perché.


COME SI FINANZIA LO STATO SOVRANO?

Per finanziarsi lo Stato utilizza principalmente, ma non solo, due strumenti: tasse ed emissione di titoli di Stato (debito pubblico), cioè i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali).
Altri strumenti sono ad esempio il pedaggio stradale, la riscossione delle concessioni, i pagamenti per i servizi, ecc.
Tuttavia il debito pubblico non dovrebbe essere un “vincolo di bilancio” come per le imprese che possono spendere solo i soldi che hanno incassato in precedenza.
Uno Stato può sempre stampare moneta per coprire eventuali eccedenze, ma solo se ha sovranità monetaria.


TASSE

Tasse e debito pubblico in uno Stato sovrano assolvono 3 compiti:

1. Le tasse redistribuiscono la ricchezza oltre a dirigere i consumi e gli investimenti e possono quindi favorire determinati comportamenti.
Ad esempio, si possono fare sgravi fiscali sugli investimenti per incentivare la green economy; oppure si puo’ imporre una tassazione più elevata sulle attività più inquinanti;

2. Il debito pubblico invece fornisce l’investimento a “zero rischio”.
Nell’euro tali compiti sono entrambi compromessi: tasse e debito servono esclusivamente a finanziare la spesa.
In uno Stato sovrano invece  servono a mantenere sotto controllo l'inflazione, redistribuire la ricchezza togliendo a chi ha troppo e dando a chi ha troppo poco, ad evitare ulteriore emissione di denaro (in relazione all'inflazione appunto), ecc.

3. Obbligare i propri cittadini ad "accettare" la moneta e a farne uso per gli scambi commerciali.

Ci hai mai pensato?
In fin dei conti se tu non dovessi pagarci le tasse, probabilmente utilizzeresti varie altre monete, a seconda dei beni che acquisti.
Pensa solo a come Amazon ed altri si stiano spingendo verso la creazione di una PROPRIA MONETA.
Su Amazon diventerà obbligatoria se vorremo acquistare dal suo store, per lo Stato invece è necessaria per pagargli le tasse.

Perché il debito pubblico prodotto dalla cessione di Titoli di Stato sia sostenibile è fondamentale l’intervento della banca centrale come prestatore di ultima istanza, ma soprattutto appunto in qualità regolatore degli interessi durante l’asta dei Titoli.
Insomma lo Stato sovrano è anche in grado di decidere o quanto meno influenzare il tasso di interesse, ovvero di guadagno del compratore dei Titoli; cosa che l’Italia ha smesso di fare del 1981.


L’IMPORTANZA DELLA REDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

Quando parliamo di REDISTRIBUZIONE intendiamo l'azione di livellamento degli squilibri che possono determinare accentramenti di potere eccessivi.
Fra le tante funzioni delle tasse c'è anche questa: togliere a chi ha troppo per darlo a chi ha troppo poco.
Le tasse drenando ricchezza in eccesso oltre una certa soglia (in percentuale sui redditi) e ridistribuendola attraverso ad esempio la facilitazione all'accesso ai servizi pubblici alle fasce reddituali più deboli (scuole, asili, assistenza sanitaria, ecc.).

Quando c'è poca moneta in circolazione lo Stato può immetterne di nuova nell'economia, ma se ce n'è troppa o è troppo concentrata, lo Stato se la riprende con le tasse per arginare i fenomeni come l'inflazione o la concentrazione di ricchezza e di potere.

 


Se uno Stato spende la propria moneta investendo in servizi pubblici, da una parte consente di ridurre i prezzi a carico dei cittadini (pensiamo appunto agli asili, alle scuole o alle rette universitarie e le spese per i testi o le mense) e dall’altro distribuisce lavoro retribuito con la stessa moneta.
In questo esempio rispettivamente a: maestre, insegnanti, docenti, autori, tipografie, cuochi, produttori di strumenti di cottura, conservazione e trasporto, e così via.
In questo modo lo Stato
utilizzando la moneta prelevata ai più ricchi, consente ai cittadini con un reddito più basso di spendere nei consumi, continuando ad alimentare i meccanismi dell’economia legati fra di loro.

COSA SONO I BTP (BUONI DEL TESORO POLIENNALI) ED I BOT (BUONI ORDINARI DEL TESORO)?

Sono i titoli di stato che pagano un interesse fisso ogni anno.

Hanno scadenze medio lunghe, dai 3 fino ai 30 anni. Oggi, il tasso dei BTP è stabilito ESCLUSIVAMENTE dal mercato, mentre fino al 1981 era “calmierato” (tenuto basso) dall’intervento della BC (cioè la Banca d'Italia) al momento dell’emissione.

Ovvero la Banca d’Italia interveniva come acquirente di tutto il debito rimasto “invenduto”, cosicché lo Stato non corresse mai il rischio di trovarsi a dover accettare tassi d’interesse a condizioni di mercato eccessivamente onerose.

Questo è un meccanismo che capiremo più avanti in un articolo o magari, meglio, con un filmato, perché è un argomento tecnico che si può semplificare ma a parole è difficile da rendere chiaro.

I BOT invece (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli a breve scadenza (3-6 mesi) e servono a coprire gli ammanchi che eventualmente si dovessero riscontrare a causa di aggiustamente resi necessari da spese impreviste o non meglio calcolate in precedenza.

In sostanza i BOT servono come pronto cassa, ovvero per spese in deficit di cui si presume un rapido rientro.

Infatti è bene sapere che l'emissione di Titoli di Stato in uno Paese sovrano non ha come scopo il finanziamento della spesa pubblica.

In realtà tale strumento è stato INVENTATO come mezzo per emettere nuova moneta e per consentire al settore pubblico e privato (anche di Paesi stranieri) di usufruire di forme di risparmio alternative.

Questo però è un tema che affronteremo quando ci troveremo a parlare di debito pubblico.


 

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COME UTILIZZA LA MONETA UNO STATO?

Come abbiamo appena visto con l'esempio degli investimenti per l'istruzione, lo Stato può usare la propria moneta offrendo servizi, facendo investimenti utili alla collettività.
Questa si chiama spesa produttiva cioè che genera un ritorno sociale o economico. Lo Stato può anche dirigere l’economia verso obiettivi di crescita e di benessere pubblico. Ad esempio può viziare le scelte dei propri cittadini rendendo convenienti determinati comportamenti come nel caso del consumo energetico.

Pensa soltanto agli incentivi fiscali o ai finanziamenti a fondo perduto stanziati per rendere alle famiglie facile e conveniente dotarsi di pannelli solari.

Altri esempi degli scopi che uno Stato può perseguire con specifiche politiche economiche e monetarie sono:

favorire investimenti a risparmio energetico, per cultura, salvaguardia paesaggio, per ricerca e sviluppo energie sostenibili;

far sviluppare settori industriali innovativi e concorrenziali con gli altri stati così da favorire l’occupazione e attirare investimenti sul proprio territorio;

concedere aiuti di stato alle fasce meno abbienti e/o alle imprese momentaneamente in difficoltà.

Se uno Stato è privato della possibilità di emettere moneta nei momenti di grande crisi, (come invece possono fare gli Usa, il Giappone, la Gran Bretagna, la Cina, la Svezia, ecc.) sarà costretto a pensare al benessere delle FINANZE pubbliche, prima di pensare al benessere dell’economia e dei cittadini.

 


COME SPENDE UNO STATO VIRTUOSO?

Lo Stato virtuoso non è quello che rimane dentro a determinati parametri di spesa, ma lo Stato che spende bene la propria moneta.
Se lo Stato fa così, esso genera benessere diffuso tra i suoi cittadini tramite le leve  economiche che gli sono consentite Indipendentemente dal debito che questa spesa comporta:

Può spendere bene, offrendo servizi e dirigendo l’economia verso obiettivi di benessere pubblico;

Per incentivare la spesa produttiva;

Può dirigere l’economia per far sviluppare certi settori industriali attraverso una corretta programmazione;

Mira a raggiungere la piena occupazione.


SPESA PRODUTTIVA E SPESA IMPRODUTTIVA (GLI SPRECHI).

La SPESA PRODUTTIVA è quella spesa che crea una occupazione utile allo Stato.
Alcuni esempio sono: la produzione di servizi o strutture che migliorano l’economia ed aumentano il benessere dei cittadini: ospedali, infrastrutture, asili, manutenzione dei beni culturali, ecc.

Questa spesa contribuisce ad aumentare l’occupazione e non produce soltanto salari.

La spesa produttiva insomma è quella che CREA UN VALORE.

Invece la SPESA IMPRODUTTIVA è quella che crea una occupazione assistenziale da parte dello Stato o strutture inutili.

Aumenta l’inflazione perché produce salari non corrisposti da un valore prodotto in cambio.

La spesa improduttiva PRODUCE SPRECHI.
Ciò non significa che gli statali (o una categoria particolari di statali) siano sempre una spesa improduttiva.
Se servono e producono un servizio alla popolazione diventano una spesa produttiva.


PERCHÉ LO STATO NON SI LIMITA A STAMPARE MONETA PER FINANZIARSI?

Spesso ci viene detto sia in senso propositivo in senso critico ed ironico che per risolvere i problemi basterebbe quindi stampare moneta e regalarla ai cittadini per fare tutti felici.
Le tre principali ragioni perché allo Stato non conviene stampare moneta e spenderla a pioggia e senza un contro valore, per auto finanziarsi senza altri meccanismi di controllo sugli squilibri che si potrebbero generare sono:

  1. Senza un corrispettivo controvalore, perderebbe il controllo sulla quantità di moneta in circolazione;
  2. Se in cambio di quella spesa non viene prodotta una ricchezza corrispondente, la massa monetaria supererebbe di gran lunga la quantità di beni e di servizi in commercio e quindi ne farebbe aumentare i prezzi e di conseguenza farebbe AUMENTARE L’INFLAZIONE;
  3. Senza un corrispettivo offerto da parte del privato in termini di beni e servizi utili all'economia, creerebbe SPESA IMPRODUTTIVA.

COME DEVE USARE LA MONETA UNO STATO VIRTUOSO?

Come abbiamo già visto nell'articolo sulla moneta, questa deve essere vista in funzione alla produzione ed al consumo dei beni e dei servizi ed all’accumulo di risparmio.

La moneta dovrebbe servire a finanziare nuova produzione ed al tempo stesso a farne assorbire i prodotti dal mercato, ma soltanto a fini di aumentare l’occupazione ed il benessere, non per creare squilibri.

Pensate cosa accadrebbe se ogni anno lo stato stampasse il 50% del PIL di nuova moneta.
Se si aumentasse così tanto la massa monetaria in circolazione infatti tutti diventerebbero più “ricchi” e perciò inizierebbero a comprare indiscriminatamente molti beni di varia sorta.

Tuttavia, dobbiamo ricordarci che uno dei fattori principali che influenza il prezzo di un qualsiasi bene è anche l’incrocio della domanda e dell’offerta.
Ovvero, se la massa dei cittadini spende poco per gli acquisti di un bene, questo verrà venduto di meno e perciò diminuirà anche il suo prezzo (- domanda = - prezzo del bene).

Se invece lo cercano tutti, e tutti lo comprano, il suo prezzo finisce per aumentare (+ domanda = + prezzo del bene).  In casi così estremi avrebbero ragione probabilmente i monetaristi (la scuola economica che guida le azioni della BCE) poiché tutti spenderebbero di più causando un aumento generalizzato dei prezzi (altrimenti detto inflazione).


OCCHIO ALL’INFLAZIONE, MA SENZA ESAGERARE

Il timore è che allora, per esempio, un televisore arriverebbe a costare il doppio del prezzo attuale uscendo così fuori dai parametri di mercato.

Va da sé che questo non significa che creare moneta equivalga AUTOMATICAMENTE a creare inflazione, ma solo che esagerare non è mai un bene in economia. Soprattutto, è sbagliato pensare che esista un modello teorico da applicare alla lettera e valido “per tutte le stagioni”.

Quando affronteremo il capitolo dedicato alle aste dei Titoli di Stato saremo in grado di capire le ragioni di chi avversa la stampa indiscriminata di denaro, anche perché allora sarà molto chiaro come si genera il debito pubblico.


IL SALDO PRIMARIO DELLO STATO

Avere il saldo primario in attivo significa che lo Stato ha tassato più di quanto fosse necessario al sostegno della spesa pubblica.
In altre parole significa che Stato è in attivo grazie alle tasse.

L’Italia fa saldo primario attivo dagli anni ‘90.
Avere il saldo attivo vuol dire che uno Stato ha prelevato ai cittadini più tasse di quanto esso abbia speso per loro.
Senza voler assolvere la mala gestio della classe dirigente italiana, non solo politica, qui c’è qualcosa che non torna.
Il saldo primario italiano dimostra che senza il gravame degli interessi sul debito l’Italia potrebbe ridurre notevolmente la pressione fiscale, reinvestire il surplus o abbattere il debito complessivo.

Dal 1990 al 2016 noi cittadini abbiamo pagato allo Stato (o meglio ai mercati) 640 miliardi di tasse in più rispetto a quelle che erano necessarie alla spesa corrente.
Non solo, ma su un debito che si è protratto oltre i 2.000 miliardi, abbiamo versato ai compratori oltre 3.000 miliardi di interessi!

MA DOVE SONO FINITI TUTTI QUESTI MILIARDI? Non sono finiti in appalti opachi o in sprechi!
Dove siano finiti tutti questi soldi sarà il tema di un futuro articolo, ma per adesso ci basta capire che questo surplus esiste ed è bello consistente.

Secondo il Sole24ore solo gli interessi ci costano come un cappuccio e brioche a testa al giorno.
Sarebbe quanto mai opportuno e doveroso che anche i cittadini prendessero coscienza del tema senza delegare il proprio presente ed il proprio futuro a venditori di fumo che abitualmente addossano ogni responsabilità alla castacriccacorruzione.
Le cose stanno diversamento ed è tempo che tutti noi ne prendiamo coscienza.


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Avvertenza

Il presente materiale va inteso come di pura divulgazione. L'Economia Spiegata Facile: Benché i dati e i contenuti siano stati vagliati, provengano da fonti ufficiali, siano di valore scientifico e provengano da studi accademici e/o da statistiche ufficiali ed archivi storici, la loro esposizione è volutamente sintetica e semplificata al fine di renderli comprensibili al grande pubblico. Questo materiale non sostituisce la lettura scientifica o lo studio accademico e/o di più alto profilo.
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17 pensieri su “Lo Stato sovrano: come si finanzia e perché

  1. Osservo e riprendo…
    Le tre principali ragioni perché allo Stato non conviene che stampi moneta per auto finanziarsi: Qui siamo alla follia ordoliberista.
    Perché perderebbe il controllo sulla quantità di moneta in circolazione; Perché la massa monetaria supererebbe di gran lunga la quantità di beni in commercio e quindi ne farebbe aumentare i prezzi e di conseguenza farebbe AUMENTARE L’INFLAZIONE;
    Creerebbe SPESA IMPRODUTTIVA.
    Se questo è il vostro modo di istruire, potreste anche chiedere al ministero delle finanze di assumervi.
    Mi fa sorridere questa vostra osservazione.
    Cosa vuol dire che “perderebbe il controllo della moneta in circolazione? ” Tutto dipende da quanta moneta si immette oppure non si ha il potere di controllo.
    Perché la massa monetaria supererebbe di gran lunga la quantità di beni in commercio e quindi ne farebbe aumentare i prezzi e di conseguenza farebbe AUMENTARE L’INFLAZIONE; Anche qui siamo falsi… vedere sopra.
    Creerebbe SPESA IMPRODUTTIVA. — Questa cresce se non la si controlla, che è un’altro paio di maniche.
    Vorrei fare osservare che l’emissione di moneta come la storia ci insegna… ma voi di certo non siete buoni istruttori, ci dice che la moneta viene emessa a fronte di due condizioni basilari.
    Fornitura o lavoro….
    Poi ovviamente lo stato deve curare le persone anziane, i malati…. ma escluso queste emissioni particolari, il sistema funzionerebbe moltissimo.

    1. Ciao Orazio, ti ringraziamo della tua osservazione.
      Ciò che intendiamo dire è che stampare moneta all’infinito senza altri meccanismi di controllo della massa monetaria produce quegli squilibri.
      È una risposta a quanti tendono a semplificare la faccenda dicendo che basta stampare.

      Abbiamo provveduto a modificare il paragrafo.
      Grazie al tuo prezioso contributo abbiamo migliorato il nostro pezzo.

    2. In effetti il problema è questo. La stampante monetaria in mano allo stato, nella teoria è cosa buona e giusta, nella pratica è rischioso.

    3. CAZZATE chi è il coglione che prende soldi in prestito invece di stamparseli da SOLO ….
      Rispondi a questo e poi ne riparliamo ok !!!

  2. Aggiungerei, tanto per essere chiaro, che la tassazione ha due scopi importanti.
    1 obbligare la gente ad utilizzare tale moneta…. sembra una banalità, ma molti non lo hanno ancora afferrato;
    2 fare da regolatore del mercato… ovvero far usare tale mezzo a mo… si fa per dire di rubinetto. C’è troppa emissione di soldi, in estrema ratio? Bene aumentiamo le tasse per ridurre la moneta, idem per l’incontrario.
    Per ultimo trovo che una tassazione di massimo 10% sia più che sufficiente…. Ovviamente le banche devono essere di proprietà statale….
    Non c’è tanto da dire… A meno che non si voglia far si che la gente la possa comprenderla.

    1. Ottimo, mi sembravano concetti impliciti e compresi nell’argomento della redistribuzione, forse perché me ne occupo più sui social e nelle discussioni che sul blog. A quel livello sono le prime cose che argomento.
      Grazie per la segnalazione.

  3. Sul v.s. sito riporto…
    COME UTILIZZA LA MONETA UNO STATO?

    Lo Stato può usare la propria moneta offrendo servizi, facendo investimenti utili alla collettività – ovvero facendo spesa produttiva cioè che genera un ritorno sociale o economico – e dirigendo l’economia verso obiettivi di crescita e di benessere pubblico. Ad esempio può:

    favorire investimenti a risparmio energetico , per cultura, salvaguardia paesaggio, per ricerca e sviluppo energie sostenibili;

    far sviluppare settori industriali innovativi e concorrenziali con gli altri stati così da favorire l’occupazione e attirare investimenti sul proprio territorio;

    concedere aiuti di stato alle fasce meno abbienti e/o alle imprese momentaneamente in difficoltà.

    Se uno Stato è privato della possibilità di emettere moneta nei momenti di grande crisi, (come invece possono fare gli Usa, il Giappone, la Gran Bretagna, la Cina, la Svezia, ecc.) sarà costretto a pensare al benessere delle FINANZE pubbliche, prima di pensare al benessere dell’economia e dei cittadini.
    NOTO Anche qui , che qualche cosa non quadra… e mi riferisco agli USA…
    Da quando in qua, gli USA con la Fed, hanno una propria moneta, visto che la FED è una banca privatissima con sede legale fuori dagli USA? Se non mi sbaglio ha la sede legale in Portorico.
    La quale ovviamente mette a debito del popolo tali emissione?
    Più mi addentro nei vostri scritti, più noto cose non vere….
    Per il momento mi fermo qui….

    1. Tecnicamente a Banca d’Italia è sempre stata privata, nel senso che è sempre stata partecipata da privati.

      Questa come sai bene è la tipica risposta che ottieni quando dici che la banca d’Italia era pubblica.

      Si, però nel proprio statuto non ha scopi di lucro.

      Quando parliamo di sovranità ci riferiamo al ruolo del Tesoro che demanda l’emissione monetaria e ne determina il drenaggio con la tassazione così come l’indirizzo di spesa attraverso le politiche economiche.

      Ogni argomento SPIEGATO FACILE presenta limiti che, per chi ha superato il livello base si rivelano come delle falle, sapessi quanti arzigogoli mi scrivono a commento dei filmati presenti in YouTube.

      La quasi totalità delle volte si tratta di concetti che renderebbero interminabile e contorta la narrazione dei temi che vogliamo volutamente comprimere lasciando a testi più approfonditi il lavoro di studio vero e proprio.

      Lo ripetiamo in quasi tutti i filmati e a cappello di questo sito.

      Per ulteriori dettagli servirebbero articoli mirati che partendo dai principi “sgrossati” in questi articoli si prestano ad approfondimenti.

      Ti interessa occupartene? Se ti va ti contatto in privato.

    2. Esatto è una truffa colossale la FEDERAL RESERVE non per nulla KNNEDY dopo il decreto esecutivo 11110 che doveva appunto nazionalizzarla e toglierla dalla mani dei PARASSITI (SIONISTI KAZARI ASCHKENAZITI TALMUDICI BANCHIERI FINTI EBREI) questi lo hanno ben che tolto di mezzo ………. lo stesso aveva fatto ALDO MORO….. perciò se c’è il delitto c’è il movente questi PARASSITI se gli togli la STAMPANTE della MONETA il posto che gli spetterebbe sarebbe quello di NETTURBINI non quello che hanno adesso.

  4. Dato che la base economica monetario la conosco…. Oltre ovviamente a conoscere il concetto riguardante la sovranità monetaria, conosco bene la riserva frazionaria, il reflusso bancario, la cartolarizzazione dei titoli ed i derivati…. (questi ovviamente a livello teorico/pratico in forma semplificata) in quanto credo che ben poche persone siano in grado di leggere tra le righe tali prodotti.
    Per essere chiaro, a fronte di malintesi, vorrei dire che dell’attuale sistema monetario è totalmente da spazzare via senza se e senza ma.
    Come ho già espresso in altri miei commenti, sono interessato sempre a livello di cultura economica/monetaria, a conoscere quali sono gli orientamenti/indirizzi in materia che sono in linea con il mio pensiero in merito, o che si possano approcciarsi.
    Non so se si è capito il succo… Parlare di questo sistema attuale, può andare bene per trovare le gigantesche falle ma come disse Socrate: Il segreto del cambiamento è focalizzare tutta la tua energia, non nel combattere il vecchio, ma nel costruire il nuovo….
    Anche se…. Capire è difficilissimo, farsi capire è una smisurata ambizione…Henry Fredereik
    Se dopo questo vuoi contattarmi in privato, la cosa mi fa piacere.
    Orazio

    1. Grande ORAZIO conosco tutti i temi che hai scritto nel tuo POST è una truffa a livello colossale questi stampano soldi e li prestano ed ogni volta che li prestano c’è un altra banca che li mette in attività e presta (riserva frazionata) 9 e più volte il valore del FALSO DEPOSITO (i debiti diventano crediti) eehehehe il GIOCO DELLE TRE CARTE eehehhe il popolo è un coglione a farlo permettere ma del resto i trattati li fanno loro come quello di Brettons Woods dove togliendo la parità dollaro oro hanno di fatto dato valore ZERO alla moneta. L’unico che lo aveva capito Charles De Gaulle si era andato poco prima di Brettons Woods (e per questo hanno cambiato le regole) a prendersi il suo oro ridando la loro CARTA STRACCIA (USD) a quei bastardi di PARASSITI (SIONISTI KAZARI ASCHKENAZITI TALMUDUCI BANCHIERI FINTI EBREI) che producono crisi per rastrellare DEBITO come anche in questa FINTA PANDEMIA …………….. Ma il popolo è coglione e i ECONOMISTI LOBOTOMIZZATI con la laurea BOCCHINIANA

  5. È tutto relativo se si stampasse più moneta di quanti fossero i beni di consumo ed ammettendo che i prezzi aumentassero lo stato incasserebbe più entrate e quindi avrebbe piu soldi per creare servizi sociali ammortizzatori economici infrastrutture ecc ecc lo stato non stampa perché la Mafia non vuole che stampi altrimenti come farebbe poi a prestargli i soldi a strozzo ed tenerlo al guinzaglio come un cagnolino addestrato?

    L’unica realtà è questa il resto sono girogogoli lessici per non affrontare il problema.

    Sei io ho uno stipendio base di 5000 euro posso pure pagare un televisore il doppio ma il ricavato di entrate sarebbe il doppio quindi circa 1300 miliardi ed avrei al netto della spesa pubblica odierna circa 815 miliardi altri 500 miliardi per creare servizi.

    Ma se lo facessi non ci sarebbe più disoccupazione altro che per i Mafiosi e compagnia bella.????

    1. Il problema è che lo stipendio medio è di 1.200 euro e i maggiori profitti, in virtù degli stipendi bassi, va ad ingrassare il CAPITALE.

      Inoltre il meccanismo di emissione dei titoli per finanziare la spesa pubblica ed emettere moneta è molto divero rispetto ai tempi in cui il tuo ragionamento filava, ovvero negli anni ottanta.

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