In Italia assistiamo ad un crollo ogni tre giorni in una scuola pubblica (incluse quelle materne).
Questo avviene perché dopo il governo del fare abbiamo avuto quello del cambiamento che agli spritz al Papeete e alle norme assistenzialiste come il reddito di cittadinanza ha preferito puntare sugli investimenti che hanno prodotto adeguamento ai canoni antisismici degli edifici, lavoro ed un considerevole aumento del PIL (che ha fatto calare il rapporto con il debito pubblico).
Mica come quelli che tassano le merendine e i soldi invece di prendersela con i grandi evasori internazionali.
A ben vedere lo sciopero del venerdì degli studenti non è tanto per il clima, quanto un tentativo di salvare la pelle.
In uno dei post precedenti vi abiamo parlato della proposta che, come parte di un think thank, economia spiegata facile aveva sottoposto ai parlamentari del M5S per affrontare anche questo problema e di come risolvere la questione finanziaria finalizzata alla realizzazione delle opere pubbliche più urgenti: scuola, edifici pubblici, infrastrutture in genere, trasporti, energia, ecc.
Verba volant, scripta manent
fonte Radio 24 e Repubblica