In quei giorni i No Green Pass non esistevano ancora.
Impazzava lo slogan "Io resto a casa" e per partecipare alle manifestazioni - improvvisate con un megafono e quattro cartelli, occorreva andarci clandestinamente.
Ricordo quando per partecipare ad una, mi sono caricato la fidanzata nel bagagliaio (giuro), per non attirare l'attenzione dei controlli, perché non si poteva circolare in due in auto.
Non esistevano nemmeno ciclostilati da consegnare alle forze dell'ordine per ammonirle sulla questione della violazione dei diritti costituzionali.
Era la tarda primavera del 2020 - sembra una vita fa - e le persone avevano paura di farsi vedere per strada, come fosse un reato contro lo Stato.
Così alle adunate, le chiamerei così, ci si andava di nascosto, facendo qualcosa per l'epoca rivoluzionario, neanche fossimo staffette partigiane: si varcavano i confini del proprio comune.
Oggi, dopo aver partecipato alla manifestazione della scorsa settimana a Trieste e ieri a quella di Padova vi racconto i No Green pass visti da vicino.
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I NO Green Pass visti da vicino
Li osservo dall'interno perché sono con loro e in mezzo a loro.
Ogni movimento spontaneo o meno, cambia in breve tempo e chi lo anima dalla piazza spesso cambia. All'inizio ci trovi delle persone animate da princìpi, ideali o anche solo interessi personali che poi se ne vanno, sostituite da altre persone con altri princìpi, ideali ed interessi personali.
Quindi trovo utile poter documentare a chi non ne fa parte, le evoluzioni di qualcosa di nuovo che, solo il tempo ci dirà se saprà rimanere fedele a sé stesso o meno.
Sono molto diversi dal movimento creato e controllato dalla Casaleggio & Associati in società con Beppe Grillo 16 anni or sono.
Se resterà un movimento politico extra parlamentare; ovvero un soggetto non inglobato dal sistema, ce lo dirà solo il tempo. tuttavia possiamo già iniziare a conoscerlo come un progetto del tutto diverso dal precedente.
Li sto osservando perché partecipo alle manifestazioni sin da prima che il lasciapassare verde - che sui social chiamo drink card - fosse anche solo nominato.
Parliamo della primavera 2019 ed erano appunto adunate semi-clandestine.
Sono convinto che farne parte sia il vero modo di dimostrare senso civico, indipendentemente dal fatto che nei mesi passati, anziché unirsi e sommarsi, le varie categorie commerciali si siano succedute, visto che ad ogni contentino mirato, ognuna ha abbandonato il campo.
Oggi gli stessi commercianti che animavano le proteste per le riaperture, controllano la temperatura e lo stato vaccinale sulle soglie delle propria attività commerciali, alle stesse persone a cui avevano chiesto di andare in piazza in loro sostegno.
Sono consapevole che tutto ciò può ripetersi, perché il popolo italiano è un popolo di opportunisti per una buona maggioranza schiacciante.
Ma ciò non significa essere polli, perché qui, signori miei, non si tratta di fare affidamento sugli altri - come ho ripetuto fino alla nausea sui social e in questo blog - bensì imparare a sorreggersi sulla propria spina dorsale.
Come vi dicevo; alle manifestazioni, o meglio, alle adunate, ve l'assicuro, c'erano più clienti che gestori in un rapporto di uno a cinquanta.
Tutta gente che ha lasciato che a difendere i loro diritti fossero persone comuni, senza un negozio, un bar, un estetica o un ristorante.
In piazza ci andavano i clienti. Oggi gli controllano il green pass.
I NO Green Pass stanno diventando un progetto politico
Il movimento del NO Green Pass sta dando vita ad un nuovo movimento politico, non c'è dubbio.
Lo dichiarano apertamente dai palchi.
Si stanno organizzando in gruppi regionali che si ramificheranno SUL TERRITORIO, incontrandosi con i piccoli gruppi nati autonomamente o per emulazione.
E non c'è dubbio che la consistenza morale e caratteriale di questo movimento alle prime battute, sia di molto superiore a quello che gli amici di Beppe Grillo incarnavano quindici anni fa.
Non siamo di fronte agli scappati di casa che scimmiottavano Grillo con imbarazzanti invettive dal basso o che si nascondevano dietro alle maschere di V per vendetta, come dei ragazzini scemi che hanno visto troppa TV.
Non adottano simboli e non hanno un vero leader (per il momento).
Non sono un brand.
Solo qualche pittoresco personaggio, giusto per ribadire che, va bene fare sul serio, ma senza prendersi troppo sul serio.
Stanno unendo personaggi di spicco nel mondo della contro-informazione nel tentativo di creare un movimento culturale, in modo che ognuno possa reggersi crescere all’interno del movimento.
Insomma non sembra puntare agli indolenti con promesse che tutto si risolverà da solo o delegando la propria vita a un comico.
Piuttosto è gente che ci mette la faccia. Sono padri e madri di famiglia, studenti, professionisti, disoccupati, pensionati ed imprenditori.
Gente che ha pagato in prima persona una crisi che perdura da quasi trent'anni e non sembra voler cedere alla prossima promessa del salvatore della patria n. xxx.
Alla rabbia distruttiva dei CinqueStelle il movimento del NO Green Pass ha sostituito un messaggio positivo rivolto alla costruzione indipendentemente dal gioco del nemico.
Insomma si tratta di qualcosa che auspicavamo nel nostro precedente articolo.
In altre parole promettono, come dicevamo noi di "capovolgere la lista (ovvero, il senso) degli 11 punti di Goebbels".
Il punto di ripartenza è il populismo
Permangono ancora molti connotati populisti, e ci mancherebbe, ma la differenza si respira ad un livello energetico sottile e anche nei linguaggi.
La crescita del movimento sarà più vistosa a chi, come il sottoscritto ha partecipato sin dalle prime manifestazioni, ai raduni di protesta. All'inizio contro i lockdown, poi per le riaperture delle attività commerciali, successivamente per l'estensione delle aperture a tutti i settori ed oggi contro il lasciapassare verde.
Questo nuovo movimento, partito con gruppi isolati di 40-60 persone che si riunivano ai margini del secondo lockdown del 2020, oggi vede scendere in piazza migliaia di tutt'altro tipo e soprattutto con ben altra consapevolezza.
Consapevolezza, termine assai abusato di questi tempi, che nel caso dei NO Green Pass al momento è solo di essere numerosi e di poter esercitare pressioni tali da condizionare la politica.
Ma, attenzione, ciò è possibile solo se saprà bloccare o condizionare l’economia come dimostrato dai portuali di Trieste.
Se invece rimarrà un movimento di piazza vorrà dire che è bello che fatto per costruire un altro recinto che fungerà da argine anche a questa protesta.
I NO Green Pass dovrebbero creare una lobby popolare
Cosa significa fare politica?
Le economie interconnesse e legate a doppio filo sia con la produzione che con la finanza, ma contemporaneamente anche con il consumo bulinino di informazione, rappresentano un mondo inedito nella storia dell'uomo. Fino ad oggi le classi subalterne lo hanno subìto in due modi: uno economico, cioè cedendo quote di capacità di spesa e di sovranità; e un secondo rappresentato dall'indietreggiamento culturale.
Entrambi questi fattori hanno messo all'angolo la popolazione (europea principalmente), ma al contempo hanno creato una consapevolezza - appunto - forse anche solo inconscia, che la misura fosse colma e che fosse arrivato il tempo di cambiare le cose.
Fare politica non significa per forza fare un partito. Si può fare politica anche stando sul proprio posto di lavoro, oppure non andandoci.
Si fa politica al supermercato, con le scelte nel quotidiano, di fronte ad uno scaffale, così come davanti alla TV.
I NO Green pass hanno (abbiamo) un futuro?
Forse potrà giocarsi le proprie carte se resterà una forza politica extra parlamentare, vale a dire in grado di fare lobbismo senza essere inglobato dal sistema.
I portuali di Trieste, di Genova ed Ancona, hanno dimostrato che non servono necessariamente tante truppe, ma un'idea chiara di come colpire il sistema.
E per farlo il resto delle masse possono essere molto preziose, non solo quando si tratta di fare numero alle manifestazioni, ma soprattutto, nel sostegno economico delle famiglie di chi sta in prima linea.
Questo lo abbiamo capito.
Una strategia che sta dando i suoi frutti.
Il movimento del NO Green Pass non sposa l'idea dell'uomo solo al comando.
Saggia decisione, perché consente di non esporre l'incolumità dei leaders e delle loro famiglie.
Probabilmente serviranno degli elementi catalizzatori alla Puzzer, purché non si trasformino nel Grillo e, soprattutto nei Di Maio e nei Di Battista che abbiamo conosciuto.
Dei Casalino non vedremo neanche l'ombra. Questo è l'unico punto certo. A fare da cassa di risonanza oggi ci sono più soggetti, ciascuno con competenze simili e diverse.
Rivedremo salire sui palchi persone competenti fino ad oggi rimaste enza un megafono.
Una antica promessa che siamo ancora in tempo a mantenere.
Siamo solo agli albori.
Chi vivrà vedrà.
Ma c’è un punto dolente che non trova ancora risposta.
Che fine hanno fatto tutte le associazioni ed i gruppi di attivisti triestini di cui i portuali erano solo una delle varie anime?
Il fatto che siano “sparite” mi lascia perplesso.
Perché i triestini si sono divisi?
Un pensiero su “I NO Green pass stanno dando vita ad un nuovo movimento politico”
Ridicoli