Il piano Marshall di Draghi spiegato facile

Ue, il piano Marshall di Draghi

Ue, il piano Marshall di Draghi spiegato facile

Volkswagen ha recentemente annunciato la possibile chiusura di alcuni dei suoi stabilimenti per la prima volta in oltre ottanta anni di storia. Pochi giorni fa i 15mila licenziamenti. E da poco l’addio ai contratti a tempo indeterminato (un po’ quello che in Italia è avvenuto nel 2000 – inizio del periodo di trasferimenti di valore dalla nostra economia a quella tedesca per effetto dello squilibrio di cambio avvenuto con l’introduzione dell’euro – coi contratti CO.CO.CO.).

Di fronte al conclamato successo delle sanzioni alla Russia che (ci) stanno martellando dall’anno 2014, Mario Draghi ha lanciato una proposta (su richiesta della capa della Commissione europea Von Der Leyen), chiamata dalla stampa “piano Marshall di Draghi” per richiamare alla ricostruzione dell’Europa post bellica, che riassumendo dice pressappoco questo: “Facciamo il contrario di quello che ho fatto io in Italia e in Europa dal 1992 e ripariamo i danni che ho prodotto a cominciare dalla svendita dell’Italia e il divorzio tra Bankitalia e Tesoro”
Cos’altro ha fatto poi il nostro di tanto importante per noi?
ah sì,:
– le direttive della BCE quando era ai suoi vertici, cioè, svendere i lavoratori al mercato e alla globalizzazione;
– i dannosi lockdown e la scelta tra sconfitta della Russia e l’aria condizionata;
– l’affossamento dei crediti fiscali grazie ai quali avevamo ridotto il rapporto debito/PIL del 10% in soli due anni.
Nel mezzo, la distruzione della classe media.
Per la precisione, Draghi auspica investimenti per 800 miliardi, ovvero un totale che sarebbe addirittura il doppio del piano Marshall, quello vero.
Insomma è come ammettere che l’euro ha prodotto il doppio dei danni causati all’epoca da Mussolini e Hitler in Europa, Africa e Russia messe insieme.

Le stesse avvisaglie del passato produrranno un altro falso allarme?

Tutti questi campanelli d’allarme ci indicano che qualcosa di grosso e di poco piacevole sia in vista comincia a essere possibile.
Tuttavia questo ritornello torna a ripetersi ciclicamente da almeno 13 anni rivelandosi poi sempre un falso allarme.
Ma cosa è accaduto con i precedenti?
1) È emerso che in Banca d’Italia il piano B ce l’hanno da ben prima la nefasta adesione alla moneta unica, Draghi o non Draghi.
2) Inoltre è sempre stata una certezza che il crollo della UE sarebbe avvenuto dopo che i padroni dei mercati avessero messo al riparo le proprie ricchezze (e grosse avvisaglie di movimenti di capitali non mi risultano). Forse vogliono tentare di rimettere tutto a posto coi nostri soldi per l’ennesima volta;
3) Che gli italiani, tra lotte alla ceretta e all’olio di palma continuano a dormire sonni tranquilli, nonostante ci troviamo nelle mani di scappati di casa (di cui Draghi è un esponente) che equivale alla catastrofe. Comunque noi ci siamo interessati più di tutto agli scandali di Sagiuliano, alla Schlein che tuba con Renzi o, tuttalpiù a qualche talent show.
Già un’uscita ordinata dall’euro ci farebbe passare alcuni anni di rigore (del tutto simile a quello che già viviamo standoci dentro) anche con accordi con i partner commerciali ed energetici in cassaforte e una classe dirigente decente; figuriamoci così.

CAPIRE L’ECONOMIA NON È MAI STATO COSÌ FACILE

 

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Vuoi approfondire di più su quanto “bene” Draghi ha fatto all’Italia?

Leggi l’articolo della serie “I traditori dell’Italia”

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Quelle lezioni di macroeconomia del migliore mancate che ora compaiono nel piano Marshall di Draghi

A pagina 38 del piano Marshall di Draghi, l’autore rilancia l’idea di cui egli stesso aveva condannato gli effetti: la circolazione dei crediti fiscali.
Più o meno la stessa cosa alla base del funzionamento della circolazione dei CCF a supporto delle leggi sui bonus casa del secondo Governo Conte.
Il Superbonus 110% e il bonus facciate (soprattutto) sono stati fatti da cani dagli honesty imprestati alla politica, ma giusti come idea.
Draghi versione Presidente del Consiglio, invece di abolirli di fatto, bloccandone la circolazione avrebbe potuto dare lezioni di come utilizzarli correttamente, ma non ne è capace neanche lui. Oppure non gli conveniva farlo (vedi: non conveniva ai suoi referenti classici?).
Oggi però li inserisce nella ricetta per il salvataggio della UE dalla lenta agonia che si è preparata da sola.
il piano Marshall di Draghi spiegato facile: la circolazione dei crediti di imposta

 

Insomma Draghi pare confermare l’idea dei sovranità, ovvero che il problema per i banchieri come lui, non sono i crediti fiscali in sé, ma i crediti fiscali amministrati dallo Stato.

Invece, secondo il piano Marshall di Draghi, se a controllare la moneta fiscale è una banca privata, meglio ancora se sovranazionale, allora i CCF sono una grande idea, capace di rilanciare l’economia. L’importante per Draghi è incatenare gli Stati alle decisioni prese dall’alto a cominciare dalle politiche industriali…

 


Chi ci dovrebbe mettere i soldi del piano Marshall di Draghi?

Il nuovo piano Marshall al quadrato si basa anche su investimenti pubblici, tipo quelli da lui sempre osteggiati sin dai tempi della svendita dell’Italia a partire dagli anni Novanta (leggi l’approfondimento).
Nella sua presentazione alla Commissione europea fa riferimento a un ipotetico 5% da usare come leva e, come già in febbraio all’Ecofin «Servono enormi investimenti, risorse pubbliche e risparmi privati», a un vago, ma alquanto sinistro accenno all’enorme risparmio privato dei cittadini.
Di contributi da parte delle mega imprese e di strette all’evasione fiscale dei colossi dell’IT e delle banche come Goldman Sachs per cui lui e Monti hanno lavorato per tutta la vita, invece nessun cenno.
Mi chiedo perché non fare pagare il suo piano di salvataggio della UE da sé stessa, a quella ristretta minoranza che ha tratto enormi profitti dagli effetti dell’austerity imposta ai cittadini e delle sanzioni alla Russia, per non parlare della elusione fiscale che le imprese più grandi ottengono spostando le proprie sedi fiscali dove la UE gli consente di pagare meno tasse.
Strano che dopo essersi ingrassati, mercati e speculatori, ma anche gruppi commerciali e televisivi con sedi nei paradisi fiscali europei e non solo, debbano avvantaggiarsi del piano Marshall di Draghi, ovvero il piano Marshall al quadrato, incassando altri miliardi come intermediari o produttori del cosiddetti avanzamenti militare e tecnologico contenuto nel suo paper.

La questione fiscale ignorata dal piano Marshall di Draghi

Gli speculatori di borsa in senso lato (trader inclusi) in Italia “sopportano” il peso (piuma) fiscale del 26%, contro una media del 49% per cittadini e imprese.
Dati i guadagni dei mercati di cui sopra, quindi non dovrebbe essere logico aspettarsi una equa redistribuzione dei danni in corso, proporzionalmente con gli agi goduti?
Piani di rientro fiscale delle aziende europee con sede fiscale in giro per l’Europa o una corretta tassazione dei proventi ricavati nei confini in cui operano e fanno profitti reali, ovvero, stop alla libera circolazione dei capitali?
Nessun cenno? No non ce n’è traccia.
Ma allora di quali riforme stiamo parlando?
Con il suo “piano” (scritto da Goldman Sachs?) Mario Draghi mette nero su bianco l’ovvio, ovvero che durante la crisi (leggasi introduzione dell’euro) la popolazione si è impoverita, mentre le banche d’affari, le multinazionali e gli speculatori si sono enormemente arricchiti.
Non si capisce quindi perché, dopo il PNRR di cui buona parte è stata dirottata verso il riarmo e la ricerca tecnologica, serva un piano Marshall finanziato ancora con soldi pubblici.
La mano invisibile che regola l’economia funziona soltanto quando c’è da sfruttare la manodopera e i bonus fiscali che svuotano i magazzini delle aziende incapaci di stare sul mercato con le proprie gambe?

La decarbonizzazione con l’uso delle armi: c’è scritto nel piano Marshall di Draghi

Dimostrato (nel libro di Economia Spiegata Facile) che l’Italia causa appena lo 0,8% dei gas terra globali e che l’Europa si è decarbonizzata per il 28% in appena 20 anni; ovvero che siamo i più virtuosi del mondo; in pochi hanno notato che Draghi, col suo piano, propone di affrontare la decarbonizzazione spingendo sulle tecnologie che faranno leva prevalentemente su internet, blockchain, supercomputer e computer quantici; ovverosia tutte le principali fonti di CO2 odierne e future.
Draghi dice anche che occorre investire massicciamente nella difesa; cioè nel riarmo; un’industria tipicamente ecologica, come ci dimostrano le bombe green che assorbono la CO2, in uso da due anni in Ucraina…

Draghi prevede di decarbonizzare l'Europa producendo più armamenti

Decarbonizzazione secondo Mario Draghi. Esempio di applicazione pratica in Ucraina.
Decarbonizzazione secondo Mario Draghi. Esempio di applicazione pratica in Ucraina.

 


La stampa italiana celebra l’ingegno del migliore nonostante una prova provata la storia però ce l’abbia data: la prima volta quelli del piano Marshall avevano mandato al patibolo quelli che l’avevano reso necessario.

La seconda volta è la stessa persona…

 


Il piano Marshall di Draghi riassunto dagli anni ’90 a oggi

  • Draghi 1: privatizzo tutto il possibile a cominciare dalle banche, perché occorre ridurre la spesa pubblica per salvare l’Italia dal default e per ridurre il debito pubblico in vista dell’Ingresso dell’Italia nell’euro;
  • Draghi 2: abolisco la separazione bancaria, così le banche che lo vorranno, potranno investire tutte nella finanza, senza obblighi particolari; anzi rendendo meno conveniente investire nell’economia reale a sostegno della produzione, dell’innovazione e del lavoro;
  • Draghi 3: faccio un colpo di Stato in Italia scrivendo una lettera segreta dalla BCE al Presidente del Consiglio italiano in cui gli dico che se non taglia altri costi e non impone leggi che riducano i salari dei lavoratori, per salvare di più l’Italia e rilanciare meglio l’economia, lo mando a casa.
    Screenshot

    Lui non ubbidisce, non intervengo sulla vendita di titoli di Stato italiani per 7.000 miliardi da parte della Germania, così lo spread sale ai massimi storici e lo faccio mandare a casa. Al suo posto il mio omologo, Mario Monti a fare quello che andava fatto: i sacrifici sul modello greco, su mandato dei mercati, via UE e distruggere la domanda interna (VIDEO);

  • Draghi 4: compro titoli di Stato che nessuno vuole (a cominciare dalle banche come Goldman Sachs; quella per cui ho lavorato per tutta la vita) perché le politiche di cui sopra hanno messo le economie e i mercati dei Paesi europei alla canna del gas e nessuno ci vuole investire;
  • Draghi 5: fermo la circolazione dei crediti fiscali perché il Superbonus è un disastro per i conti pubblici (cioè ha migliorato il rapporto debito/PIL italiano del 10% in soli due anni), sempre per salvare l’Italia dal fallimento e per ridurre il debito pubblico;
  • Draghi 6: propongo un piano per salvare l’Europa dal fallimento causato da quelli come me: investimenti pubblici per 800 miliardi da investire nell’economia reale a sostegno della produzione, dell’innovazione e del lavoro, di cui una parte basati sulla circolazione di crediti fiscali, necessari a riparare (forse) tutti i danni che ho fatto io in 35 anni di brillante carriera al servizio di Goldman Sachs e la sua lobby”.
    Come? Beh facendo più debito pubblico naturalmente!
P.S. Nell’introduzione del mio annuncio di fronte ai membri della Commissione Europea (VIDEO dal minuto 2:30) al cospetto della stampa, esordisco dichiarando senza mezzi termini che io e tutti i leader ed “esperti” europei abbiamo sbagliato TUTTE le previsioni degli ultimi trent’anni.
E per questo vi chiedo 800 miliardi (di tasca vostra) sulla fiducia.
Vi fidate di me?

Ma non servivano le privatizzazioni e l’austerità per salvare l’Europa dalla concorrenza cinese e dalle mutazioni della globalizzazione?

Monti: "basta coi sorrisi adesso è l'ora dei sacrifici" Pagina del giornale LA STAMPA

 


 

È O NO IL MIGLIORE?!?
Strano che tutti i Paesi europei dubitino dell’acutezza del suo piano di salvezza europeo.
A proposito, quanto ci sarà costato l’ultima presa in giro del nonno di tutti gli italiani?

 


FONTI EXTRA su: il piano Marshall di Draghi

Scarica il rapporto completo di Mario Draghi in PDF.


 

1 commento su “Il piano Marshall di Draghi spiegato facile”

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